Venerdì 26 Aprile 2024

Duello a Milano Trema il modello lombardo Lite tra Moratti e Fontana: si spacca il centrodestra

L’assessore non ritira la candidatura a governatore: aspetto una risposta. Ma il presidente della Regione è duro: incrinato il rapporto fiduciario tra noi

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di Giambattista Anastasio

e Giulia Bonezzi

Il presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, ha comunicato "in maniera chiara ed inequivocabile" a Letizia Moratti, la sua vice con delega al Welfare, che "il rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato". Quanto basterebbe per innescare con effetto immediato la revoca delle deleghe assessorili detenute dalla Moratti e la sua estromissione dalla Giunta regionale. Revoca ed estromissione sulle quali Fontana, "in quanto garante della coalizione in Lombardia e per senso di responsabilità rispetto al momento politico nazionale", ha invece deciso di lasciare l’ultima parola ai leader del centrodestra, con i quali dovrebbe confrontarsi già oggi. Si è chiuso così il faccia a faccia chiesto e ottenuto dal governatore giovedì sera, subito dopo aver assistito all’intervista televisiva nella quale la Moratti non solo ha ribadito di volersi candidare alla presidenza della Regione nel 2023, nonostante sia in campo la ricandidatura dello stesso Fontana, ma ha anche fatto sapere di aver già creato "una rete civica" per centrare il suo obiettivo e, non bastasse, ha svelato come sia stato proprio Fontana, a gennaio del 2021, quando lei divenne vicepresidente con delega al Welfare, a prometterle che ci sarebbe stato il passaggio di testimone.

Infine, a domanda, la Moratti si è rifiutata di far sapere se alle ultime Politiche abbia o no votato per il centrodestra: un rifiuto che ad alcuni è suonato come una conferma del flirt col Terzo Polo. Da qui l’ira di Fontana, che già giovedì sera ha smentito di aver promesso alcunché alla Moratti, ha definito "sorprendente" che la sua vice non possa dichiarare di aver votato per il centrodestra e ha quindi deciso per un faccia a faccia di chiarimento – esattamente quello che si è tenuto ieri sera ed è durato circa un’ora – con un ultimatum: "Moratti dica se è con noi o se è contro di noi", quindi se è col centrodestra a sostegno della candidatura del governatore uscente o se, invece, sta valutando altre strade pur di candidarsi.

Che succederà, adesso? Sembra difficile che Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, possano fare spallucce di fronte a un governatore che ritiene incrinato il rapporto con la sua vice. E, del resto, questo dualismo non può proseguire oltre, se non al prezzo di logorare la coalizione in Lombardia. Ieri sera dalla Moratti non è arrivata alcuna marcia indietro, anzi, al termine del vertice ha ribadito le sue ambizioni: "Al presidente Fontana ho confermato la coerente disponibilità offerta al centrodestra (di essere candidata presidente della Lombardia ndr). Resto in fiduciosa attesa che si esprimano definitivamente in merito i leader nazionali del centrodestra, dopo la formazione del nuovo Governo, che in questo momento è la priorità assoluta del nostro Paese".

Ecco, allora, che il ricorso ai leader nazionali ha due finalità: stanare definitivamente Fratelli d’Italia e capire come incastrare tutti i pezzi in modo che il puzzle concordato per le Regionali sia rispettato. Salvini ha già difeso pubblicamente e a più riprese il diritto di Fontana di ricandidarsi e Berlusconi ieri, nel corso di contatti telefonici, ha concordato sulla necessità di disinnescare la mina-Moratti. L’uno e l’altro lo hanno fatto in coerenza con l’accordo che prevede di consentire alla Lega di ricandidare i propri governatori in Lombardia e in Friuli, di lasciare il Lazio a FdI e il Molise a FI. Dal partito della Meloni, però, sul caso Moratti non sono arrivate prese di posizione ieri, mentre quelle arrivate nei giorni scorsi sono sempre state sibilline. Il ricorso ai leader nazionali serve, ora, per capire se FdI sia sempre dell’idea di affrontare le Regionali come descritto poco sopra e, nel caso, come si possa convincere la Moratti ad accettare un incarico che non sia la presidenza della Regione Lombardia o se, invece, anche in casa di Fratelli d’Italia si stiano facendo ragionamenti diversi sulla Lombardia. Ragionamenti che possono portare a un candidato di compromesso (Giancarlo Giorgetti primo indiziato) o addirrittura proprio alla Moratti.