Giovedì 25 Aprile 2024

Ischia, la strage dei bambini. Uccisi di notte dal fango, ritrovati in pigiama

Due famiglie distrutte. Tre i bimbi fra le 7 vittime accertate: recuperato anche il corpicino di un neonato di 22 giorni. Prosegue l’affannosa ricerca delle cinque persone disperse, ma le speranze si affievoliscono

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Ischia (Napoli), 28 novembre 2022 - Giovan Giuseppe Scotto di Minico era nato il 4 novembre: aveva 22 giorni. Mariateresa Monti aveva sei anni e quattordici giorni. Lui l’hanno trovato avvolto in una coperta zuppa di fango nella sua cameretta. Lei era finita sotto il letto dei genitori, il pigiamino che era rosa diventato marrone. Due angeli strappati alla vita. Questa di Casamicciola è anche la strage dei bambini. Dei sette morti già recuperati ben tre sono bimbi e tra i cinque dispersi – la possibilità di ritrovarli vivi, trattandosi di fango è quasi zero, ammettono i soccorritori – ce ne sarà un quarto.

Ad ora le vittime sono la commessa Eleonora Sirabella (la prima ad essere ritrovata, sabato), l’intera famiglia Scotto Di Minico: il padre Maurizio, 32 anni, che aveva un negozio di abbigliamento a Forio, la madre Giovanna Mazzella, 30 anni e il piccolo Giovan Giuseppe.

I tre si trovavano a casa della mamma di Giovanna che è riuscita a fuggire scappando da una finestra. La donna, che non si dà pace, è tra le persone ospitate in albergo. Tra le vittime ci sono anche – la bulgara (e neocittadina italiana) Nikolinka Blagova Drancheva (68 anni); i piccoli Francesco (11 anni) e Mariateresa Monti. Mancano all’appello i genitori di Michele e Mariateresa (il tassista Gianluca Monti e sua moglie Valentina Castagna) e il loro primo figlio, Michele. Manca all’appello anche il compagno di Eleonora Sirabella, il marittimo Salvatore Impagliazzo. Ci sarebbe poi un quinto disperso la cui identità non è nota (ma non è la novantatreenne che si dava per dispersa, che invece, ha detto il figlio, "sta benissimo"). A sera i cani molecolari hanno localizzato nel fango una ottava vittima, è uno dei componenti della famiglia Monti, ma ancora non sappiamo chi: lo scavo, per ovvie ragioni, va avanti rapido ma con la massima cautela.

Cinque delle vittime trovate oggi abitavano in via Celario, che è proprio allo sbocco di uno dei valloni. Le ricerche proseguono nella notte alla luce delle fotoelettriche. I 150 vigili del fuoco e tutti gli altri corpi dello Stato e i volontari coordinati dalla Protezione Civile impegnati a Casamicciola, hanno dimostrato la consueta professionalità. Nell’emergenza l’Italia dà sempre il meglio. Probabilmente entro oggi avremo un bilancio definitivo o quasi, mentre progressivamente vengono messi in salvo i cittadini che si trovavano in frazioni isolate. Ieri tre adulti e tre bimbi che si trovavano in un agriturismo sono stati salvati da un elicottero dell’Aeronautica, che li ha prelevati con un verricello. Oltre alle vittime si contano sei feriti e 250 sfollati, quasi tutti ospitati in tre hotel dell’isola, 160 di loro al Michelangelo, e gli altri da parenti. I danni al paese sono elevatissimi – trenta le case completamente distrutte, decine danneggiate, le strade invase dal fango alto fino a 2 metri – ma ancora da quantificare.

Ma soprattutto è stata una strage, e gli eventi naturali aggravati come ben si sa dal cambiamento climatico, non bastano a spiegarla del tutto. Non è stata solo fatalità. Come direbbe Machiavelli, non è stata solo "estrema malignità di fortuna". E non a caso la Procura di Napoli procede per strage colposa. Perché la sensazione è che qualcuno non abbia fatto quello che si poteva e si doveva fare per evitare a Casamicciola, e in particolare alla frazione di Gradone – teatro di ben due alluvioni e un terremoto in 13 anni – un destino di morte.

Tutto suona come già visto, come prevedibile, come evitabile, e la relazione geologica del professor Franco Ortolani dopo l’alluvione del 2009 incide come un bisturi ricordando le alluvioni del 2010 e del 1921 e chiosando: "Da novantanove anni era noto il rischio idrogeologico delle aree interessate dalle colate di fango del 10 novembre. Eventi simili si possono verificare anche nel prossimo futuro poiché vi è una insostenibile disfunzione strutturale consistente nell’immissione degli alvei ("cave") che si originano lungo il versante settentrionale del Monte Epomeo direttamente nelle strade urbane". E infatti così è andata pure stavolta. Secondo i primi elementi raccolti in Procura, la frana – "distacco di materiale vulcanico incoerente" – è avvenuta attorno alle 4 del mattino di sabato nel vallone ("cava") Sinigallia, quello più a destra guardando il monte Epomeo da Casamicciola, seguita da una seconda frana nel vallone Fasaniello. Si calcola che ciascuno abbia portato un volume di 200 metri cubi al secondo di acqua e fango, che sono precipitati verso le case della frazione,me poi giù, su piazza Maio, piazza Bagni e infine in mare – alla folle velocità di 10-30 metri al secondo. Una bomba. Che non a caso ha fatto una strage.

"Abbiamo più di 620mila frane censite. Il nostro territorio è ampiamente sismico. Dobbiamo prendere atto che la bellezza del nostro teritorio – ha detto ieri il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio – ma riesco a parlare di prevenzione solo durante le emergenze e questa è una cosa drammatica". Impossibile dargli torto. Ma passata l’emergenza si preferisce fare gli scongiuri e coltivare le clientele, sperando nella benevolenza di Dio, come in quell’immagine di un santo che campeggia in piazza Bagni e che promette: "Casamicciola risorgerà". Di per sé è già l’ammissione di un destino di resurrezioni dopo infinite calamità. Una ammmissione che quello è il destino di questa terra bellissima ma dannatamente, strutturalmente, fragile prima ancora che sfregiata da quell’abusivismo che il conto dei morti fa inevitabilmente esplodere perchè porta a costruire dove proprio non si dovrebbe. Disegnare un futuro diverso per Ischia sarebbe dovuto alle ennesime vittime di una strage annunciata. Ma chissà.