Venerdì 26 Aprile 2024

Drone sulla Crimea, prove di controffensiva "L’obiettivo è liberare la penisola"

Drone sulla Crimea, prove di controffensiva  "L’obiettivo è liberare la penisola"

Drone sulla Crimea, prove di controffensiva "L’obiettivo è liberare la penisola"

La Crimea brucia come "punizione di Dio dopo la strage di Uman". È così che Kiev esulta per il vasto incendio che ieri notte ha avvolto un deposito di carburante a Sebastopoli, riportando la guerra ancora una volta nella penisola occupata. Le fiamme, che secondo gli ucraini hanno interessato dieci depositi di prodotti petroliferi destinati alla flotta russa del Mar Nero, sono state domate solo nel pomeriggio, dopo aver provocato un’altissima colonna di fumo nero che per ore ha oscurato il cielo sulla città. Il governatore filorusso della regione, Mikhail Razvozhayev, ha attributo le esplosioni a un drone ucraino. Kiev non ha rivendicato esplicitamente le esplosioni e ha parlato di castigo divino per l’attacco che ieri ha ucciso 23 persone, di cui sei bambini, sventrando un palazzo residenziale nel centro del Paese. Tuttavia, l’intelligence militare ucraina ha minacciato che questa punizione di Dio "sarà di lunga durata", e ha invitato tutti i residenti della penisola a non trovarsi vicino alle strutture militari della Crimea nel prossimo futuro.

Il presidente Zelensky ha infatti ribadito che la tanto attesa controffensiva ucraina prevede la completa liberazione della penisola. E prenderà il via con o senza i desiderati F-16, ha assicurato il leader ucraino senza sbottonarsi su possibili date. A farlo ci ha pensato invece il capo del mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, che pronostica il 15 maggio come possibile data ultima di inizio delle operazioni ucraine. "Forse ci daranno un po’ di riposo il 9 maggio, ma l’offensiva inizierà al 100% prima del 15", ha dichiarato, sollevando intanto l’ennesima polemica con il ministero della Difesa russo per il mancato arrivo delle munizioni, evocando addirittura – secondo i media – la possibile dissoluzione della milizia e il ritiro da Bakhmut, dove i suoi mercenari sono stati la chiave per mantenere per mesi sotto assedio la città. La senatrice filorussa della Crimea Olga Kovitidi ha chiesto a Mosca una "risposta dura" all’incendio di Sebastopoli con la distruzione dei depositi di petrolio di Odessa.