Giovedì 25 Aprile 2024

Draghi e il rischio varianti: "Non siamo al liberi tutti"

"Tutto di nuovo appare roseo", stiamo per togliere le mascherine all’aperto e anche l’economia torna a marciare. Ma "non illudiamoci", "non è un liberi tutti". Il pericolo Covid continua a incombere, nella forma di "varianti" come la Delta, che possono "rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti". Mario Draghi lo dice ai parlamentari, ma attraverso di loro parla ai cittadini. Riferisce alle Camere in vista del prossimo Consiglio europeo. Si dice "ottimista" – ma al Senato smorza in "fiducioso" – sull’evoluzione della situazione. È il ritrovato europeismo, la nota positiva con cui Draghi condisce la sua giornata trascorsa in Aula.

Ma la grande incognita resta il Covid. Draghi lo ripete a più riprese: il virus, che prende la forma di nuove varianti, è ancora un pericolo ben presente. L’imperativo, spiega, è evitare gli errori dello scorso anno e non farsi trovare impreparati alla ripresa della scuola, con un sistema dei trasporti che deve marciare a capienza ridotta perché non ben organizzato ("I fondi ci sono"). E poi c’è il tema dei vaccini: "La sfida è cercare tutti coloro che hanno più di cinquanta anni, cercarli nei posti più difficili, cercare di convincerli se sono contrari. Sono i futuri – e anche i presenti – fragili". Certo, afferma, vanno vaccinati i bambini, ma non sono loro la priorità. La priorità è coprire i più deboli e intanto vaccinare le aree svantaggiate del mondo, a partire dalla proposta dell’Ue per portare la produzione in Africa, liberalizzandola. Con una nota polemica: "Nell’ultimo G7 si è discusso di una riforma dell’Oms, vediamo dove porterà ma non è che le incertezze dimostrate a inizio pandemia siano passate inosservate".