Giovedì 25 Aprile 2024

Divisi sulla giustizia Montaruli si dimette Scontro al veleno tra FI e Fratelli d’Italia

Passo indietro dopo la sentenza della Cassazione su Rimborsopoli. Fuoco alle polveri dal deputato forzista Mulè e reazione irritata di FdI. "Di pregiudicati eccellenti il suo partito ne vanta più di uno"

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di Elena G. Polidori

È la prima "colonna" che cade del governo Meloni, ma anche quella che ha provocato una vera e propria "zuffa" tra alleati, con da un lato FdI e dall’altro Forza Italia. La sottosegretaria all’Università, Augusta Montaruli, ha annunciato ieri le sue dimissioni dall’incarico dopo la condanna definitiva a un anno e sei mesi, arrivata il 17 febbraio, per uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte tra il 2010 e il 2014, inchiesta nota come Rimborsopoli.

Dimissioni che Montaruli riferisce di aver deciso "per difendere le istituzioni" e che, nella mattinata di ieri, avevano fatto dire a Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia: "Montaruli o il suo partito devono trarre le conseguenze e capire cosa fare, nel suo caso c’è una condanna definitiva, si deve valutare se mette in imbarazzo il governo". Parole che hanno provocato un’alzata di scudi violenta da parte di Fratelli d’Italia, che subito dopo le dimissioni della Montaruli, hanno attaccato Mulè: "Mulè pensava di metterci in difficoltà con le sue provocazioni – hanno sostenuto fonti del partito – invece ha preso uno schiaffo morale dalla Montaruli la cui impronta gli manterrà la faccia ben più rossa di quanto rubiconda già sia. Che provocatorie insinuazioni vengano da un personaggio come Mulè, che di pregiudicati eccellenti nel suo partito ne vanta più di uno, è intollerabile".

Il parlamentare azzurro ha risposto piccato: "Leggo su tutte le agenzie di stampa frasi che mi riguardano con il ricorso a espressioni gravi e grevi attribuite a “fonti autorevoli di Fratelli d’Italia“. Poiché ritengo impossibile che queste espressioni siano da attribuire a “fonti autorevoli“ mi vedo costretto a sollecitare gli autorevoli esponenti di Fratelli d’Italia a prendere immediatamente le distanze da queste gravissime, velenose e calunniose affermazioni al limite della minaccia. Ove ciò non avvenisse – ma lo escludo – mi appello ai giornalisti affinché rivelino l’identità di queste “fonti autorevoli“ facendole uscire da un anonimato che sa solo di viltà". E non finisce qui perché FdI contro-replica: "Anche Fratelli d’Italia non risponde agli “anonimi“ e se avesse dovuto rispondere a Mulè lo avrebbe fatto di persona". Maurizio Gasparri ha cercato di far da pompiere ("esprimo pubblica e rafforzata solidarietà a Mulè"), ma la questione non sembra poter finire a breve.

La sottosegretaria, in una lunga lettera aperta, ha protestato ancora la sua onestà chiarendo i motivi che l’hanno spinta al passo indietro: ufficialmente, poi, non è noto se dietro il beau geste ci sia la richiesta di Giorgia Meloni. Nella lettera, alla fine, Montaruli non esclude "l’opportunità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea ho creduto, credo e continuerò a credere nella magistratura". Quanto alle spese per cui è arrivata la condanna, la dirigente di FdI fa sapere di aver "provveduto alla restituzione delle somme contestate per una cifra pari a oltre il doppio rispetto a quella indicata dall’odierna sentenza".

Intorno a lei, come da nota ufficiale diffusa dai capigruppo Tommaso Foti e Lucio Malan, si è alzato un muro di protezione: "La conosciamo fin dalla gioventù e ben sappiamo quanto ha sempre dato in termini di impegno per le battaglie della destra", si legge. E poi Gasparri: "L’uso politico della giustizia colpisce ancora. Altro che commissione d’inchiesta, ci vorrebbe ben di più per impedire un uso discutibile degli strumenti giudiziari".