Venerdì 26 Aprile 2024

Digitare 123456 Non è sicura Però la ricordo

Marco

Buticchi

1 ,2,3,4,5,6! Oggi ‘ricorre’ la giornata mondiale della password. La maggioranza della popolazione ancora utilizza la sequenza dei primi sei numeri come chiave elettronica. Altri adoperano foglietti per memorizzare gli accessi al conto corrente da tenere accanto alla carta di credito e facilitare così il prelievo in caso di furto o smarrimento. Vi è mai capitato di digitare i fatidici caratteri e sentirvi rispondere con una pernacchia elettronica? Allora si ritenta, facendo maggiore attenzione ai dispettosi asterischetti. Se la pernacchia si ripete, è il momento del panico. Si prova con la data di nascita di Fido, il nome da nubile della suocera, l’indirizzo di un amico. E peggio ci sentiamo quando, in siti particolarmente severi, il numero di tentativi è limitato. Nel frattempo il nostro tesoro di bit è lì, a portata di click, ma protetto da un inutile inciampo nella nostra memoria.

Eppure ripensate a quanta fatica avete fatto per azzeccare il fatidico lucchetto: a ogni passaggio il pernacchiatore vi chiedeva un carattere maiuscolo, due minuscoli, un numero, un carattere speciale e anche un paio di salti mortali da fermo tanto per valutare la vostra efficienza fisica. Col tempo, il grimaldello di chiavi elettroniche si è arricchito a dismisura. Credo che il sindacato dei computer, stanco di vedere i suoi aderenti subire una digitazione selvaggia, abbia deciso di tenere in ogni macchina memoria libera delle password in vigore. Ma anche qui sorge un dubbio: se sono così segrete, perché si può scavare con tanta facilità negli affari del proprietario di quel computer? Insomma, anche la tecnologia ha le sue incongruenze e vuole suoi sacrifici. Peccato che, continuando a sacrificarci, perdiamo ben più tempo di quello che la stessa tecnologia millanta di farci risparmiare. Evviva allora l’1,2,3… scusate, non mi ricordo più come procede la sequenza e neppure perché l’ho scritta…