Venerdì 26 Aprile 2024

Cronometrava le pause: manager arrestato

Torino, nei guai il titolare di una ditta di informatica. Dipendente nel mirino, le contava anche il tempo impiegato per il pranzo

TORINO

Comportamenti da stalking aziendale su una dipendente hanno portato agli arresti domiciliari l’amministratore delegato di una ditta informatica del Torinese: il provvedimento, notificato dalla polizia, è scattato per atti persecutori e violenza privata. L’uomo ha 56 anni. L’indagine è cominciata quando la donna si è rivolta a un centro antiviolenza cittadino e successivamente alla questura.

L’amministratore delegato – così è emerso dalle indagini – non si limitava a cronometrare le pause pranzo della dipendente ma la controllava anche con mail, chiamate e messaggi. Un registro che non cambiava nemmeno dopo il turno di lavoro, nelle ore serali, e nei fine settimana. Insomma era una persecuzione continua. Le pressioni sarebbero iniziate subito dopo l’assunzione. La donna ha denunciato di essere stata costantemente umiliata. Non solo il capo le cronometrava le pause pranzo. Tutto era oggetto di discussione, anche l’abitudine di tenere la porta aperta o chiusa. A un certo punto, le era stato affidato un altro incarico, che equivaleva a un forte demansionamento. Il trattamento le è costato insonnia e ansia, alla fine le è stata diagnosticata una sindrome depressiva da stress.

La dipendente quindi prima si è rivolta a un centro antiviolenza, poi ha deciso di presentare denuncia alla polizia.

Quando ha cominciato a stare peggio, ha chiesto all’azienda un periodo di malattia. Per tutta risposta è stata licenziata.

La motivazione: insubordinazione. Ma poi il socio dell’ad ha annullato quella decisione. Le condizioni però non sono migliorate. Quando la lavoratrice è tornata in ufficio, erano spariti il computer dalla scrivania e la maniglia dalla porta. Questa volta, all’ennesimo attacco di panico, c’è stato bisogno di chiamare l’ambulanza.

Il manager torinese aveva alle spalle un precedente. Qualche anno fa era già stato denunciato per atti persecutori da una dipendente che però aveva poi deciso di rimettere la querela.

I modi dell’uomo erano spicci. Se un lavoratore mostrava di avere un’opinione diversa dalla sua, il capo lo metteva a tacere con parole che non ammettevano repliche: "Io sono il padrone di questa azienda e vi do lo stipendio. Voi dovete fare quello che dico io".

Nella denuncia si arriva anche al capitolo delle avances sessuali. La donna ha denunciato episodi che avvenivano davanti ad altri testimoni. Era invitata esplicitamente a seguire il capo nel bagno. Insomma, la dipendente per il manager era diventata una vera e propria ossessione. L’uomo aveva anche individuato una figura di controllore, un collega che doveva seguire passo passo tutto quel che faceva la lavoratrice nel mirino.

Un quadro che ha convinto il tribunale del Riesame a rovesciare il parere che era stato espresso dal giudice per le indagini preliminari. Per il manager torinese è stata quindi accolta la richiesta di arresti domiciliari.