Roma, 5 dicembre 2020 - Medici in trincea, c’è poco da stare allegri per le feste. L’Italia, nelle statistiche della pandemia da Sars-Cov-2, si posiziona ai primi posti nel mondo per numero di vittime in rapporto alla popolazione. Abbiamo avuto 96 morti ogni 100mila abitanti, dietro al Belgio che ne ha 149 e dietro alla Spagna, che con 98 decessi per Covid-19 vive una situazione del tutto simile alla nostra. Ma atteso che le nostre statistiche non sono gonfiate, e nemmeno gli altri barano sui numeri, a cosa dobbiamo questo triste record negativo in termini di lutti? Massimo Puoti, direttore delle Malattie infettive nell’ospedale Niguarda di Milano, di fronte all’ennesimo bollettino di guerra, taglia corto: "Abbiamo un sistema sanitario che ha lavorato facendo le nozze coi fichi secchi, eravamo al limite, c’è chi ha tagliato il tagliabile, la medicina territoriale e la prevenzione sono finite in basso nella lista delle priorità su cui investire". Come se non bastasse occorrono anni per formare le nuove leve, le carriere dei dottori in Italia sono poco attraenti e molti neolaureati sono scappati all’estero. "I morti per Coronavirus dicono che il nostro sistema ha delle grosse criticità per quanto riguarda l’efficacia delle organizzazioni sanitarie – rincara la dose il manager Giovanni Monchiero, ex presidente Fiaso, Federazione delle aziende ospedaliere – inoltre hanno un peso anche la capacità di intervento dei governi e il rispetto delle regole. Ad esempio i tedeschi sono più disciplinati". Covid: bollettino del 6 dicembre Dunque il virus uccide anche in Germania, ma in misura ben inferiore, per una somma di ragioni. Ma c’è pure il fattore anagrafico. La popolazione italiana che è venuta a mancare per Covid-19 "ha un’età media di 81 anni e il 90 per cento aveva diverse patologie pregresse", ha evidenziato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio ...
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