Lunedì 6 Maggio 2024
GIULIA BONEZZI
Cronaca

Coronavirus, il giallo dell’untore: sospetti su un manager

Lavora in una ditta del Piacentino ed era tornato dalla Cina il 21 gennaio. Amico del 38enne contagiato, si sono incontrati diverse volte

Coronavirus, l'ospedale di Codogno (Ansa)

Coronavirus, l'ospedale di Codogno (Ansa)

Milano, 22 febbraio 2020 - All’ospedale Sacco di Milano c’è un manager di una ditta di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, che è tornato dalla Cina il 21 gennaio, prima che l’Italia chiudesse (unico Paese in Europa) il traffico aereo diretto con la Repubblica popolare. È in isolamento anche se è negativo al doppio tampone oro-faringeo per il coronavirus. Il suo sangue è stato inviato a Roma, all’Istituto superiore di sanità, che cercherà gli anticorpi al Sars-CoV-2. Un esame non facile (non c’è un test standard per un virus che non si conosceva fino a un mese fa), "avremo i risultati tra qualche ora, al massimo domani (oggi, ndr )", ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. Quel risultato è importante perché, se positivo, proverebbe che il manager ha avuto il coronavirus (ed è guarito, eliminandolo dal suo corpo), sciogliendo il rompicapo sul quale le autorità sanitarie si arrovellano da giovedì, quando è stata confermata la positività al Sars-CoV-2 di un 38enne ricoverato per polmonite all’ospedale di Codogno in provincia di Lodi, che in Cina non è mai stato.

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Perché il 38 enne e il manager sono amici, si sono incontrati "cinque o sei volte" e anche a cena all’inizio di febbraio, e questa via di contagio, hanno spiegato ieri il governatore della Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, è l’ipotesi (in attesa di conferma) che spiegherebbe il focolaio di coronavirus che ieri sera contava 15 infettati nel Basso Lodigiano, mentre altri due sono stati scoperti in Veneto. Il manager, che dal suo rientro in Italia "è stato e sta bene", e solo un giorno ha avuto "una febbre leggera", potrebbe essere il ‘paziente zero’ che ha trasmesso il coronavirus all’amico, primo contagiato in Italia, che ieri sera era ancora in terapia intensiva a Codogno in attesa che le sue condizioni migliorassero abbastanza da trasferirlo al Sacco, centro di riferimento per le malattie infettive.

In base alla ricostruzione delle autorità sanitarie, il 38enne ha avuto i primi sintomi sabato 15 febbraio. Martedì 18 si è presentato al pronto soccorso di Codogno con la febbre e dopo alcune ore è stato rimandato a casa. Le sue condizioni sono peggiorate, è tornato all’ospedale ed è stato ricoverato, poi "la situazione è degenerata velocemente", ha spiegato l’assessore Gallera, sottolineando che mai il paziente o i suoi familiari hanno fatto menzione di viaggi o contatti che potessero far scattare il protocollo d’allerta coronavirus, finché, quando il 38 enne era ormai in terapia intensiva, "sua moglie, alle domande insistenti del personale, si è ricordata degli incontri con l’amico tornato dalla Cina". Così giovedì è scattato il test, al quale anche la moglie, che è incinta all’ottavo mese, è positiva.

È ricoverata al Sacco (in condizioni definite "positive"), dove sono state trasferite ieri altre quattro persone arrivate giovedì notte all’ospedale di Codogno da Castiglione d’Adda. Tutte con la polmonite e tutte positive al coronavirus. Qui è iniziato un secondo giallo, che ha impegnato sin dalla notte gli esperti della Regione e dell’Ats Metropolitana (l’ex Asl) per ricostruire la linea del contagio. Il collegamento, in base a quanto emerso, sarebbe un quarantenne che ha fatto podismo col 38enne di Codogno, e che è legato (tramite il padre) a un bar di Castiglione frequentato dagli altri tre contagiati, pensionati tra i 70 e gli 80 anni. Intanto è partita la ricerca dei "contatti diretti" dei contagiati, a cominciare da quelli del 38enne, che prima di sentirsi male avrebbe partecipato a una partita di calcetto, a una corsa e a un corso della Croce rossa, e lavora all’Unilever di Casalpusterlengo, dove ieri un’unità mobile ha iniziato a fare i tamponi per coronavirus a 120 dei 160 dipendenti della Ricerca e sviluppo. Ieri erano già 250 le persone in isolamento. Cinque tra medici e infermieri e tre pazienti sono stati contagiati, mentre in serata si attendeva l’esito del test per un medico di base che ha visitato a domicilio il 38enne lunedì e sarebbe ricoverato al Sacco.