Mercoledì 24 Aprile 2024

Conservatorio rumoroso Il Tar dà ragione ai residenti "Finestre chiuse a lezione"

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di Michele Andreucci

Una battaglia a suon – è il caso di dire – di sopralluoghi, multe e infine un ricorso perso per il Conservatorio Donizetti di Bergamo, tra i più importanti e della Lombardia e del nord Italia. L’aria che tira nell’istituzione musicale orobica è però in realtà un recitativo da operetta, con al centro la più classica delle beghe di vicinato: il rumore, anche se a produrlo sono violini e pianoforti intonanti i più grandi capolavori della musica classica. È finita così, con il Comune di Bergamo, guidato dal sindaco Giorgio Gori, che si aggiudica la querelle che l’opponeva da mesi all’ente in cui si è formato anche il grande compositore lombardo.

D’ora in avanti – piena estate compresa – le lezioni al Donizetti si dovranno tenere con le finestre chiuse. Lo ha stabilito il Tar della Lombardia, che ha dato ragione all’amministrazione comunale del capoluogo contro il ricorso presentato dall’istituto musicale di via Palazzolo. L’intera vicenda inizia nel marzo scorso, quando Palazzo Frizzoni, sede del Municipio, emette un’ordinanza per tutelare i residenti dal rumore provocato dalle lezioni di musica. Il documento prevede finestre chiuse durante le esercitazioni, con la possibilità di aprirle solamente per il ricambio d’aria o nel caso di attività didattica senza "sorgenti sonore attive". I decibel prodotti dagli strumenti musicali producono infatti, secondo una rilevazione effettuata dall’Arpa nel 2018, decibel tali da poter disturbare i vicini. La scorsa estate i residenti, infastiditi dal rumore, a loro dire sempre più fastidioso, chiamano la polizia locale per chiedere un intervento: visto il caldo soffocante di quei giorni, infatti, studenti e docenti hanno deciso di aprire le finestre. A seguito di un controllo, gli agenti sanzionano il Conservatorio, che nel frattempo ha presentato ricorso al Tar contro l’ordinanza. Ma il tribunale amministrativo ha dato ora ragione all’amministrazione Gori e, oltre all’applicazione dell’ordinanza, ha condannato il Donizetti al pagamento delle spese. Festeggiano i residenti che abitano vicino all’istituto musicale: "Non ne potevamo – sottolinea una giovane coppia – le arie di musica classica sentite per buona parte del giorno iniziavano a creare fastidi e disagi". "All’epoca l’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambiente ndr) aveva svolto delle rilevazioni da cui risultava che i livelli di rumore erano entro i limiti – si difende il direttore amministrativo del Conservatorio, Corrado Boschiroli –. Tuttavia, in una nota, l’Agenzia riteneva che per poter garantirne durevolmente il rispetto si dovevano mantenere le finestre delle aule chiuse durante le lezioni". Un’indicazione ripresa dall’ordinanza contestata: "Al Tar chiederemo un’ulteriore perizia", chiosano dal Donizetti. La tenzone, in sostanza, avrà presto un secondo atto.