Venerdì 26 Aprile 2024

Consegne in ritardo e accordi opachi Tutti gli errori della von der Leyen

Draghi chiama di nuovo la presidente della Commissione Ue: "Acceleriamo"

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Attacchi da destra e sinistra. Ursula von der Leyen e la sua disastrosa campagna vaccinale europea mettono d’accordo quasi tutti. La presidente della Commissione Ue è nel mirino per i ritardi nelle consegne dei vaccini, i prezzi degli accordi stretti con i colossi farmaceutici e i miliardi di euro pubblici sperperati. Ieri il premier Mario Draghi le ha telefonato per chiedere ancora una volta di accelerare sui vaccini. Ma nel Parlamento Ue ha fatto scalpore l’intervento di Manon Aubry, pasionaria della Sinistra. "È stata Big Pharma – ha attaccato guardando in faccia la von der Leyen – a dettarci le regole: contratti opachi; nessuna sanzione in caso di ritardo nelle consegne e brevetti, pagati grazie a miliardi di euro pubblici, che restano nelle mani dei privati e garantiscono loro enormi profitti".

E anche chi non è ancora riuscito a sviluppare un vaccino contro il Covid, come Sanofi, si è tenuto i soldi, ma nel frattempo ha deciso di licenziare ricercatori ritenuti inutili.

Nei giorni scorsi anche Roberto Burioni si era scagliato contro l’Europa, prendendosela con Sandra Gallina, incaricata di negoziare la partita dei vaccini. "Questa funzionaria è laureata alla scuola interpreti e ha avuto a che fare per la prima volta con la sanità nel luglio 2020. Prima – ha spiegato il virologo – si occupava di agricoltura e pesca". E allora non stupisce la decisione di Danimarca e Austria, che hanno deciso di scaricare la Ue per puntare a un asse sui vaccini con Israele. Che non ci fosse troppo da fidarsi di Bruxelles, lo aveva già capito da tempo la Germania: prima che iniziassero i negoziati sui vaccini, Berlino aveva trattato direttamente con Pfizer per un tesoretto personale da 30 milioni di dosi.