Giovedì 25 Aprile 2024

"Confiscate le Cascine di Tavola"

La richiesta del pm, Laura Canovai, nel processo contro i legali rappresentanti della società proprietaria della Fattoria Medicea

Le Cascine di Tavola

Le Cascine di Tavola

Prato, 28 gennaio 2015 - La confisca delle Cascine di Tavola da parte dello Stato e una pena tutto sommato esigua: cinque mesi. Sono le richieste formulate dal pubblico ministero, Laura Canovai, di fronte al giudice monocratico Monica Jacqueline Magi, a conclusione del processo che vede come unico imputato l’ex legale rappresentante della società proprietaria delle Cascine di Tavola, La Fattoria Medicea srl, fallita nel 2012, Gianni Fabbrani. L’altro imputato nel frattempo è deceduto mentre contro gli altri indagati, tra cui l’ex soprintendente, non si è mai potuto procedere per la prescrizione del reato.

Nella requisitoria il pm ha puntato il dito contro lo stato di degrado e incuria in cui versa «un gioiello rinascimentale, voluto da Lorenzo dei Medici» che, al momento del sequestro giudiziario avvenuto nel 2008, «era perfettamente funzionante». Una struttura importante per il territorio pratese ma nella quale le società che si sono succedete negli anni volevano costruire un resort di lusso. I lavori cominciarono, con il nulla osta «criminale» (come definito dal pubblico ministero) della soprintendenza rilasciato nel 2004, e come prima cosa fu scoperchiato il tetto buttando giù i solai.

Dal 2008 le Cascine di Tavola non hanno il tetto e, nonostante l’ordinanza della sovrintendenza, nessuno si è mai preoccupato di ricoprire la struttura preservando la fattoria medicea dal degrado. I due titolari della società sono finiti a processo per danneggiamento del patrimonio artistico e culturale dello Stato e per non aver ottemperato all’ordinanza della soprintendenza. Accuse per le quali il pubblico ministero ha chiesto cinque mesi in tutto. Insieme ha richiesto che le Cascine di Tavola vengano confiscate e consegnate allo Stato sperando così di salvarle dal degrado. In questi anni, la sovrintendenza ha sempre detto che non c’erano i soldi per provvedere a coprire la struttura e stessa cosa aveva sostenuto la società nel momento in cui furono bloccati i lavori per la realizzazione del resort di lusso. Lo Stato si ritroverebbe così un bene preziosissimo dopo che l’asta – la partenza era di 6 milioni di euro – è andata è deserta. I sequestri scattarono dopo la denuncia di due associazioni ambientaliste, Italia Nostra e Legambiente, costituitesi parti civili e assistite dall’avvocato Maria Teresa Miraglia. La prossima settimana la parola passerà a alla difesa e alle parti civili.

Laura Natoli