Giovedì 25 Aprile 2024

Carabiniere ucciso, i legali di Elder: "Aveva paura di essere strangolato"

"Stiamo conducendo accertamenti, non è escluso che possano esserci nuovi testimoni". La famiglia da San Francisco: "Speriamo che la verità venga fuori e torni presto a casa"

Finnegan Lee  Elder sull'auto dei carabinieri (Ansa)

Finnegan Lee Elder sull'auto dei carabinieri (Ansa)

Roma, 4 agosto 2019 - "Elder ci ha detto che aveva paura di essere strangolato, di essere oggetto di un'aggressione da parte di Cerciello quella notte, non sapeva che fosse un carabiniere". Così gli avvocati Roberto Capra e Renato Borzone, legali di Finnegan Lee Elder, il ragazzo americano reo confesso (davanti ai pm) dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Elder però non ha ribadito la confessione al Gip. "Stiamo conducendo una serie di accertamenti per stabilire con esattezza la dinamica di quanto è accaduto quella notte sul luogo dell'omicidio e non è escluso che, aldilà delle persone direttamente coinvolte, possano esserci dei testimoni che possano aiutare a chiarire la vicenda", continua Capra. "Ci auguriamo che la Procura riesca ad acquisire tutte le immagini della videosorveglianza in strada, affinché venga fatta piena luce sul caso", ha aggiunto.

La famiglia di Finnegan Lee Elder intanto ha fatto sapere da San Francisco tramite un altro loro legale di auspicare che "la verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa". L'avvocato Craig Peters davanti alla casa degli Elder a San Francisco, ha letto un breve comunicato: "Abbiamo l'impressione che l'opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi". Gli stessi genitori di Elder hanno assistito alla lettura della nota, al termine della quale il legale non ha accettato domande.