Sabato 27 Aprile 2024

C’è acqua sulla Luna e non è poca Così l’uomo può sognare di viverci

È anche una chiave per il successo della missione Artemis cui partecipa l’Italia, da realizzare entro il 2024. Serbatoi naturali formati per gli impatti di meteoriti e vento solare. Impiantare una base lunare è più facile

Migration

di Riccardo Jannello

Quando l’uomo tornerà sulla Luna nel 2024 con la missione Artemis della Nasa alla quale collabora anche l’Italia potrà godere di una riserva d’acqua sufficiente per vivere sul nostro satellite e costituire la base per la conquista di Marte.

L’"eccitante" scoperta è stata comunicata da un tweet del numero uno dell’Agenzia spaziale statunitense, Jim Bridestine: è confermata la presenza di acqua sulla parte illuminata della Luna e ciò sarà la chiave per il successo di Artemis. Raggiante il sottosegretario Riccardo Fraccaro, che ha la delega per lo spazio: "Ora più che mai siamo felici di fare parte del progetto". Due sono gli studi pubblicati sull’ultimo numero della rivista "Nature Astronomy"; uno della Nasa stessa con l’università del Maryland e uno dell’università del Colorado di Boulder. Il liquido sarebbe imprigionato in "trappole di ghiaccio"; la molecola dell’acqua è stata riconosciuta grazie al telescopio Sofia, un sofisticato impianto che vola a 14 chilometri di altezza su un Boeing 747SP permettendo l’osservazione spaziale senza il filtro dell’atmosfera con una lunghezza d’onda di 6,1 micron. Se prima si sospettava la possibilità che la risorsa idrica potesse essere presente nelle zone oscure del satellite adesso ce l’abbiamo anche alla luce del Sole. Punto di osservazione privilegiato è stato il Cratere Clavius, nella parte meridionale, ma tutta la superficie sarebbe piena di questi "serbatoi" naturali, formatisi forse per gli impatti di meteoriti o per il vento solare. "Se abbiamo ragione – dice Paul Hayne, fisico a Boulder – potranno essere dissetate intere colonie di uomini e l’acqua ci servirà come carburante per i razzi".

Ma quanta acqua c’è sulla Luna? I giacimenti "freddi" sarebbero estesi per 40mila chilometri quadrati nei quali il ghiaccio si comporta come una roccia e "l’acqua può stare lì anche per un miliardo di anni", dice sempre Hayne. Un calcolo approssimativo sostiene che si può ricavare una bottiglietta da 350 millilitri d’acqua ogni metro cubo. La concentrazione è fra le 100 e le 412 parti per milione, un dato comunque cento volte minore di quello del deserto del Sahara. Ma nonostante ciò appena arrivati sulla Luna nel 2024 i due astronauti potranno farsi una bellissima doccia.

La Luna rappresenta da millenni un simbolo e un sogno. Per i greci raffigurava la dea Selene, per i nostri contemporanei è stato il viaggio più ambito e finalmente compiuto nel 1969. Per gli scienziati una scommessa alla quale Galileo Galilei ha dato per primo le risposte nel Seicento. Per i poeti e gli artisti un mondo al quale chiedere spiegazioni: che fai tu Luna in ciel, dimmi che fai si domandava Giacomo Leopardi, mentre un grande pittore romantico, Caspar David Friedrich, nel 1820 dipingeva, emozionati, "Due uomini che contemplano la Luna". La musica e il cinema le hanno poi dedicato serenate (Glenn Miller) e omaggi: all’avventura, quello di Méliès ("Viaggio nella Luna", 1902), o al dolore umano, quello di Jim Lovell che sì è visto sfuggire davanti agli occhi la sua Luna e che rivive grazie a Ron Howard e ad "Apollo 13", negli occhi di Tom Hanks.