Mercoledì 24 Aprile 2024

Bufera sul concerto pro Br: indaga la polizia

Reggio Emilia, l’Arci si smarca dal suo circolo che ha ospitato la band. Il sindaco Pd è furibondo: "Un insulto alla nostra città"

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di Daniele Petrone

Ora scoppia la bufera sul concerto del Primo maggio che esaltava le Br nel circolo Arci Tunnel di Reggio Emilia. La Digos indaga, la politica - dal Pd a Fd’I, si indigna – e l’Arci provinciale prende le distanze, di fatto smentendo la giustificazione del presidente del circolo. Sono gli effetti del ciclone scatenato dalla “P38“, la band che rievoca le Brigate Rosse nelle sue canzoni. Il gruppo musicale prova a giustificarsi, con un comunicato che però contiene passaggi anche deliranti in cui si mette a confronto, ad esempio. l’omicidio di Moro con i morti sul lavoro e i decessi da overdose.

"Non siamo terroristi, ma solo estremi e provocatori", spiegano, definendosi "trapper brigatisti", ma dimostrando di non capire che esaltare gli Anni di Piombo, anche solo come provocazione, non è arte. Le parole però hanno un peso. E la Procura di Reggio ha dato mandato alla Digos di svolgere accertamenti sull’esibizione. I componenti del "collettivo musicale artistico insurrezionale", per utilizzare un’altra citazione a loro cara, rischiano l’accusa di istigazione al terrorismo, sia per i loro testi sia per aver esposto la bandiera con la stella asimmetrica a cinque punte delle Br.

Invita a indagare anche il deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, il quale ha annunciato di voler presentare presto "un esposto in Procura affinché valuti anche sotto il profilo penale questi fatti" oltre a "un’interrogazione parlamentare finalizzata a chiedere che il ministero intervenga sulla questione". Una pioggia di commenti quella arrivata dal mondo politico nazionale e locale.

Dal senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, il quale ricorda come "proprio a Reggio Emilia mossero i primi passi le Br, esaltarne i crimini in questa stessa città è un atto ancora più turpe e più grave". Fino alla durissima condanna di Luca Vecchi, sindaco Pd della Città del Tricolore che si scaglia contro l’amica Arci. "Una vergogna. Un insulto alla nostra città, al Paese e a tante famiglie che hanno perso qualcuno per mano delle Brigate Rosse. Gli Anni di Piombo hanno messo seriamente a rischio la tenuta delle istituzioni e a durissima prova il quadro democratico. Non c’è creazione artistica che possa legittimare un messaggio di questo tipo. Mi auguro che il circolo rifletta sul pesantissimo sbaglio commesso".

E proprio il comitato Arci provinciale reggiano si è "dissociato dai contenuti espressi dallo spettacolo del gruppo “P38“", sconfessando di fatto le parole del presidente del circolo Marco Vicini in difesa della band ("era solo una provocazione artistica, il mondo della musica è pieno di esempi di natura dissacrante come i testi dei Cccp", ha detto ieri al Qn), il quale ora rischia – a meno che non si dimetta per tentare di salvare la faccia – di essere silurato dall’associazione che non esclude provvedimenti: "Arci non ha niente a che vedere con la lotta armata, anzi è da sempre profondamente non violenta. Incontreremo i dirigenti del circolo per approfondire i contorni di questa vicenda".