Venerdì 26 Aprile 2024

Bufera Di Maio, la faida dei 5 stelle. Il Movimento a rischio esplosione

Il ministro si dimette dal comitato di Garanzia. Conte lo attacca, Grillo in ansia: recuperare lo spirito originario

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (Ansa)

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (Ansa)

Dalle parti del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, assicurano che si tratta di "una mossa distensiva" per "permettere un dialogo sereno" e che "mira a valorizzare la pluralità di idee di tutte le anime del M5s". Certo fa rumore poi che l’iniziativa – e il coraggio – l’abbia presa lui, a due mani, e non Giuseppe Conte. Succede che il titolare della Farnesina, ed ex capo politico del Movimento, si è dimesso dal comitato di garanzia del M5s, con una lettera inviata al presidente del movimento Conte e al garante Beppe Grillo. Lettera nella quale spiega di voler "rilanciare il nuovo corso", ma soprattutto lamenta che "il dibattito interno è degenerato, si è iniziato a parlare di scissioni, processi, gogne". Ciò non toglie che lo stesso Di Maio sia rimasto "sorpreso dagli attacchi interni a lui indirizzati", dicono i suoi. Attacchi che "si sono spinti anche oltre la politica, andando persino contro il rispetto della persona, tema centrale nello statuto M5S". Di Maio, dunque, nel ribadire che manterrò "la libertà di alzare la mano e dire cosa non va bene", fa un passo di lato, andreottianamente inteso.

Non solo Conte, ma anche Beppe Grillo, sono stati comunque avvertiti "in via preventiva" del beau geste, da Di Maio. Anzi, sempre nell’area del ministro, si dice che l’uscita di Grillo, subito a ridosso dell’annuncio, non è un’entrata a gamba tesa, contro di lui, e che "entrambi, Luigi e Beppe, vogliono che si torni a parlare di temi e istanze del Movimento in una dialettica chiara". Insomma, tutto va bene? No. Del resto, il botta e risposta tra Di Maio e Conte prosegue da giorni.

I nervi sono a fior di pelle e la contro-replica non è distensiva. "Il confronto delle idee e la pluralità delle opinioni non è mai stata in discussione. Questo però non significherà mai permettere che i nostri impegni con gli iscritti e con i cittadini siano compromessi da percorsi divisivi e personali, da tattiche di logoramento che minano l’unità e la medesima forza politica dei 5s" controbatte la nota del M5s ascrivibile a Conte. "Il passo indietro di Di Maio è giusto e dovuto". Grillo, come sempre, vola alto (cita le Lezioni americane di Calvino) e un po’ non si fa capire: "Non tutto è andato come avremmo voluto – scrive sul suo blog - ma nessuno può negare che molti dei cambiamenti realizzati siano stati rivoluzionari". Sembra una nota che tira la volata a Conte, ma chi è vicino al ministro assicura che non lo è. Anche perché il presunto, vagheggiato, e soprattutto temuto, limite al tetto dei due mandati che Grillo sembra adombrare (tra le cinque priorità da realizzare c’è "la rotazione o limiti alla durata delle cariche, anche per favorire una visione della politica come vocazione, non come professione") non è nelle disponibilità di Conte. "Se ‘Giuseppi’ – dicono i dimaiani – ci prova, poi deve spiegarlo non solo a Di Maio, ma a Fico, Taverna e tutti gli altri, non ne avrà mai la forza".

Inoltre, in questo momento, i gruppi parlamentari sono una polveriera pronta a esplodere. Molti parlamentari hanno scritto a Di Maio, elogiando la "nobiltà" del suo gesto e ribadendo che "gogne e processi non dovrebbero essere nel nostro stile", anche pentastellati che finora risultavano nel fronte ‘non allineati’, né con Conte né Di Maio.

Ma se, ora, lo scontro si sposta dentro gli organi statutari (assemblea dei parlamentari, che sarà in streaming, e dopo, forse, consultazione degli iscritti sul web, anche perché c’è da approvare la decisione di accedere al 2xmille) lo showdown non tarderà ad arrivare. Le truppe sono già pronte e Di Maio fa proseliti, almeno tra i parlamentari.