Mercoledì 24 Aprile 2024

Brutti, sporchi e cattivi alla riscossa

Massimo

Donelli

Brutti, sporchi e cattivi è il titolo del film (1976) di Ettore Scola che racconta le bassezze morali in cui precipita la famiglia di Giacinto Mazzatella (Nino Manfredi), 25 persone che vivono in una baracca alla periferia di Roma e sorridono solo il giorno in cui, tutti assieme, vanno a ritirare la pensione della nonna. Per spartirsela. E abbandonare la povera donna con i bambini perché la riaccompagnino a casa. Se Scola fosse ancora vivo, c’è da scommettere che farebbe il remake di quell’amara commedia ambientandola nell’Italia del lockdown. Dove brutti, sporchi e cattivi, nell’anno del Signore 2021, abbondano come non mai. Il sedicente caregiver, per esempio, che salta la fila fregando, appunto, una qualche nonna (vero Andrea Scanzi?). Il condomino che vorrebbe chiamare la polizia per denunciare il party fuorilegge dei vicini (vero Alessandro Gassman?).

Il testimonial anti-Covid che viene beccato al ristorante, in piena zona rossa, mentre fa tavolata con gli amici (vero Zatlan Ibrahimovic?).

E, tutt’attorno, un fiorir di delatori, ditini alzati, insulti via social. La baraccopoli di Scola, insomma, che si espande per l’intera penisola e fa quasi apparire normale, per dire, la faida sanguinosa del Movimento 5 Stelle, troppo preso dalle proprie convulsioni per lanciare strali morali, un tempo specialità della casa, contro i furbetti. La pandemia ha ucciso oltre centomila persone (come se fosse scomparsa tutta la popolazione di Piacenza, per capirci). Ha provocato danni economici devastanti. E, ora lo sappiamo, anche guasti sociali e psicologici che sono tipici, pensando sempre al cinema (Fuga da Alcatraz, Brubaker, Le ali della libertà), della vita in galera: tutti in competizione, tutti sopra le righe, tutti pronti a far la spia. Ma io scommetto che, finito il lockdown, torneremo a essere Italiani brava gente (film del 1964 di Giuseppe De Santis). O, almeno, lo spero…