Giovedì 25 Aprile 2024

Bomba a San Pietroburgo La statuetta in regalo era imbottita di tritolo Ucciso il blogger di Putin

La vittima è Vladlen Tatarsky, 40 anni, fanatico nazionalista: difese anche la strage di Bucha. Il locale dov’è stato colpito appartiene al capo della Wagner. "Gli dedico la conquista di Bakhmut".

Vladlen Tatarsky, 40 anni

Vladlen Tatarsky, 40 anni

Una ragazza gli ha consegnato la statuetta, un suo busto con l’elmo da condottiero antico. Lui l’ha guardata, ha sorriso e fatto una battuta – come mostra un video sui social russi – che ha fatto ridere l’audience e mentre lei è tornata al suo posto ha appoggiato il busto di metallo sul tavolinetto. Poche decine di secondi dopo è avvenuta la detonazione che l’ha ucciso.

È morto così uno dei più radicali propagandisti putiniani, Vladlen Tatarsky, 40 anni, alias (tratto da un romanzo di Viktor Pelevi) di Maksim Fomin, ucraino russofilo di Markivka, ex minatore, nel 2014-’15 combattente del battaglione Vostok della milizia del Donetsk, poi nell’inteligence militare della milizia del Dnr e impegnato nella guerra informatica su un canale Telegram ultraradicale, mai tenero coi generali, sul quale aveva 560mila follower. Un fanatico che difese le stragi di Bucha "messaggio per l’Occidente" e a margine di una cerimonia al Cremlino disse che la Russia avrebbe ucciso tutti coloro che riteneva necessario per tutelare i propri interessi.

"Un difensore della verità è morto, e l’Occidente tace", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. L’attentato è avvenuto alle 18.15 ora locale in Universitatetskaya embankment 25, uno dei “lungo Neva“, nel centro di San Pietroburgo, la città di Vladimir Putin e di Evgeny Prigozhin. Il locale dell’attacco è un caffè – lo “Street bar n°1“ – che apparterrebbe al patron della Wagner.

Nell’attentato che ha ucciso TatarskyFomin, descritto come vicino a Prigozhin, sono rimaste ferite 30 persone, 24 delle quali ricoverate in ospedale (sei in pericolo di vita). Tra i feriti Sergey Chaulin, fondatore a Tallin dell’associazione “Reggimento Immortale“, espulso a febbraio dall’Estonia, e la giornalista Tatyana Lubyna. Nel locale si riunisce ogni fine settimana il “Cyber front Z“, associazione che si definisce "soldati dell’informazione in Russia" e organizza conferenze con ospiti famosi.

La bomba è stata portata nel locale da una ragazza, che sarebbe conosciuta all’associazione, e il busto sarebbe stato conrollato (evidentemente non abbastanza) prima di farlo consegnare. Secondo fonti di polizia, la statuetta avrebbe contenuto l’equivalente di 200 grammi di tritolo. Il procuratore di San Pietroburgo Viktor Melnik si è recato sul luogo dell’esplosione e ha partecipato all’interrogatorio dei presenti nel bar effettuati dal comitato investigativo della federazione russa.

Alle indagini ovviamente partecipa anche l’Fsb ed è da attendersi che al più presto la responsabilità dell’azione sarà data a qualche ucraino. Ma in realtà l’impressione è che la matrice sia interna, figlia di una lotta di potere. L’uccisione di Tatarsky sarebbe un messaggio a Putin o un messaggio di Putin. Di certo questa è la lettura di Kiev. "È terrorismo interno, I ragni si mangiano a vicenda come in un barattolo" ha chiosato il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak. Da parte sua, Prigozhin “dedica“ a Tatarsky, con un post sui social, la presunta conquista di Bakhmut, con tanto di bandiera russa che sventola sul municipio.

Alessandro Farruggia