PARIGI
È corsa contro il tempo per salvare la balena beluga, avvistata nella Senna e che si è persa. I soccorritori escludono per ora l’eutanasia ma devono trovare il modo di nutrirla, considerato che appare stanca ed emaciata; e finora ha rifiutato le trote vive e le aringhe morte che le sono state offerte. Ora i soccorritori hanno immaginato una nuova strategia: un cocktail vitaminico da dare tramite flebo. "Le vitamine saranno somministrate da un veterinario usando una freccia", ha spiegato Isabelle Dorliat Pouzet, segretario generale della prefettura dell’Eure, in una conferenza stampa vicino alla chiusa di Notre Dame de la Garenne dove si è bloccato il cetaceo.
Il beluga è stato avvisitato la prima volta martedì scorso, a circa 70 km da Parigi: è visibilmente malnutrito e sembra non trovare la forza e l’energia per tornare indietro verso il mare. Sabato nuotava avanti e indietro nella conca, una chiusa che misura circa 125 m per 25 m., visibilmente smarrito. Le autorità sperano che l’iniezione di vitamine stimolerà il suo appetito e lo aiuterà a fare il lungo viaggio di ritorno, 160 km per percorrere il fiume, fino al Canale della Manica, dove potrà nuotare di nuovo nelle sue acque fredde. Il Beluga è una specie protetta che solitamente vive nelle acque artiche, subartiche e anche nell’estuario Saint Laurent, nel Quebec: vive dunque in acque salate e non acqua dolce.
Sulla sua pelle sabato sono comparse piccole macchie: non è ancora chiaro se sia una reazione all’acqua dolce della Senna o un ulteriore segnale che non sta bene. Emette anche pochi di quei caratteristici canti che sono tipici della balene e anche questo non fa ben sperare. Il timore è che possa fare la stessa fine tragica dell’orca Sedna: a inizio giugno, fu avvistata un’orca nella Senna, tra Rouen e Le Havre; Sedna non ce l’ha fatta e l’autopsia poi ha attribuito la morte alla fame.