Mercoledì 24 Aprile 2024

Babbo Natale esiste. Ma solo sui social. "Era uno scherzo, ora mi chiedono i doni"

Simone, commesso 45enne di Genova, su Twitter è Santa Claus. "Pensavo fosse chiara l’ironia. Invece mi scrivono bimbi e adulti"

Babbo Natale

Babbo Natale

Sarà che quest’anno abbiamo veramente bisogno di convincerci che ci sia e ci ascolti. Sarà che, data l’enorme quantità di tempo che passiamo al cellulare, bloccati sul divano per i motivi che conosciamo, difficilmente siamo in grado di distinguere la vita reale dalle immagini luminose dello smartphone. Sarà che la magia di questo Natale si è un po’ persa tra qualche messaggio inviato su Whatsapp (’Quest’anno pochi regali eh, al massimo qualcosa su Amazon, tanto fuori non possiamo andare’). Ma non esiste pandemia che possa privarci del conforto delle feste natalizie. Chi lo dice? Le tantissime letterine inviate all’account Twitter di Babbo Natale, ovvero Simone S., 45 anni di Genova, commesso in un negozio, precedentemente studioso di sociologia e volontario in ospedale.

Caro Babbo Natale, allora lei esiste...

"Certo che esisto. Vivo in Lapponia. Ho una lunga barba bianca, una bella pancia grossa e in testa indosso un cappellino rosso".

Davvero?

"No, ma sui social preferisco che la gente mi immagini così. Il classico Babbo Natale. Se rivelassi la mia vera identità, che magia ci sarebbe?".

Non ci sarebbe, in effetti. Ma siamo comunque curiosi. Ci dica qualcosa su chi è Babbo Natale.

"Amo scrivere e ho una grandissima passione per tutto quello che è comunicazione. E quindi anche i cinguettii di Twitter. Ho iniziato a usare questo social tre anni fa. Un po’ per hobby, un po’ per la voglia di comunicare con gli altri. Era novembre e volevo provare a ritagliarmi uno spazio tra tutti i comunicatori già presenti sul social. E di Babbi Natale non ce n’erano molti... Da subito però mi resi conto che i miei lettori non avevano colto il mio intento satirico. Volevo con i miei messaggi far divertire e sorridere le persone. Ma la questione ha preso un’altra piega".

Le letterine?

"Sì, da subito ho iniziato a ricevere i primi messaggi, o meglio, le prime letterine da persone che credevano che io fossi veramente Babbo Natale. E ancora lo credono".

Bambini, adulti. Chi le scrive?

"Chiunque. Dai bambini che mi chiedono oggetti vari: ’Caro Babbo Natale, quest’anno sono stato veramente bravo. Vorrei un cellulare nuovo’, a quelli più profondi, dalla pace nel mondo, alla fine del Covid. Ma non solo bambini, anche gli adulti non mancano. E in questi casi mi preoccupo di più".

Perché?

"Per chiedermi i regali, mi mandano indirizzi, nomi e cognomi, numeri di cellulare. Io non rispondo, anzi. Cancello immediatamente i messaggi. Io sono in buona fede, ma ci sono tante persone online che non lo sono. Immaginatevi un bambino che scrive a uno sconosciuto dove abita, quanti anni ha, qual è il suo numero di cellulare".

Certo pericoloso. Ma non pensa che sia un bene far credere ai bambini che la magia del Natale e Babbo Natale esistano, anche sui social?

"Assolutamente sì, in questo periodo poi ce n’è veramente bisogno. Ma sarebbe anche bene che qualcuno li controllasse. I genitori dovrebbero sapere che i propri figli stanno scrivendo a degli sconosciuti".

Lei invece cosa chiede a Babbo Natale?

(Ride). "Di solito non me lo chiedono. Ma comunque, come tutti penso, quest’anno mi farò bastare il poco che ci è concesso. Un piatto di tortellini e mettermi a tavola con i miei è sufficiente".

Rimandiamo i festeggiamenti?

"Ma sì. Sono fiducioso che Babbo Natale ci regalerà molte gioie nel 2021. Questa situazione finirà. Aspettiamo. Le occasioni di fare festa tutti insieme ritorneranno. Lo spero tanto. Anche a Babbo Natale mancano gli abbracci".