Mercoledì 24 Aprile 2024

Amazon vuole il mitico leone MGM Così infuria la guerra dello streaming

Ancora manovre tra colossi: febbrili trattative in corso da settimane. Operazione da 9 miliardi di dollari

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di Elena Comelli

James Bond vince sempre, ma non può resistere a Jeff Bezos. Amazon sta trattando già da mesi per acquisire Metro-Goldwyn-Mayer, lo storico studio cinematografico che ha prodotto i film del famoso agente segreto, e potrebbe arrivare presto al traguardo, sborsando 9 miliardi di dollari. Dopo l’accordo di fusione fra Discovery e WarnerMedia, annunciato lunedì, le indiscrezioni si susseguono sull’imminenza di questa nuova operazione, che si iscrive nella caccia globale ai contenuti per il settore dell’intrattenimento, ormai dominato dallo streaming online.

Se davvero riuscirà a mettere le mani sulla filmoteca di Mgm, Bezos potrà offrire agli abbonati a Prime tutti i più grandi film della storia del cinema americano, da Via col vento al Mago di Oz, dai drammoni di Greta Garbo ai musical di Fred Astaire, dai migliori cartoni animati della storia fino a Poltergeist e a Braveheart. Mgm è uno dei pochi studi di Hollywood a non essere stato ancora inghiottito da un conglomerato più grande: WarnerBros è finita all’interno di AT&T, Fox sotto Disney, Universal dentro Comcast e Paramount dentro ViacomCbs.

Ma la casa di produzione di Ben Hur e di Tom & Jerry è stata duramente colpita dalla pandemia di Coronavirus. Con i cinema chiusi o vuoti per un anno intero, lo studio ha dovuto rinviare per ben quattro volte l’uscita di un film di cassetta come l’ultimo di James Bond No Time To Die. Nel pieno della pandemia, lo scorso autunno Netflix ha tentato di acquisire il film per un rilascio in streaming, ma il prezzo richiesto dallo studio era proibitivo e quindi la trattativa è saltata. Ora l’uscita nei cinema è prevista per il 30 settembre in Europa e per l’8 ottobre negli Stati Uniti.

Nata nel 1924 sotto la guida di Louis B. Mayer, Mgm diventò rapidamente il più importante studio hollywoodiano, sotto il segno del leone ruggente, e oggi possiede la più vasta filmoteca del mondo, con oltre 4.100 titoli, più di 10.400 episodi di serie televisive e ha vinto 208 premi Oscar, per cui è naturale che faccia gola a un gigante dello streaming come Amazon, che ha appena annunciato di aver superato i 200 milioni di abbonati a Prime.

L’anno scorso, Amazon ha speso ben 11 miliardi di dollari per creare, acquisire o concedere in licenza contenuti musicali e video per gli abbonati a Prime, contro i 7,8 miliardi di dollari spesi nel 2019. Il campione dell’e-commerce si è anche impegnato nell’acquisizione dei diritti per lo sport dal vivo, compreso un accordo con la Nfl del valore di circa 1 miliardo di dollari all’anno. I 9 miliardi di dollari richiesti per comprare Mgm, quindi, non dovrebbero essere un problema.

Ora il maggiore azionista di Mgm è l’hedge fund Anchorage Capital, entrato nel 2010 per salvare lo studio dal fallimento, sulla scia della crisi finanziaria. E sarebbe ben contento di uscire senza le ossa rotte, dopo la più grave crisi dei cinema di tutti i tempi, per colpa della pandemia. Ma le grandi manovre dopo l’accordo di fusione tra WarnerMedia e Discovery non finiscono qui.

All’orizzonte s’intravvedono altre operazioni che nel giro di poco tempo potrebbero definitivamente cambiare il panorama del mondo della tv, del cinema e dello streaming. Le pressioni sono soprattutto su altri due giganti dei media Usa, Viacom Cbs e Comcast Nbc Universal, che a questo punto potrebbero accelerare su una serie di opzioni che sono da tempo sul tavolo. Difficile quella che prevede la fusione, visto che i due gruppi posseggono due delle principali emittenti televisive nazionali, Cbs ed Nbc, e l’ok delle autorità antitrust Usa appare improbabile. I due gruppi invece, come starebbe tentando di fare Amazon, potrebbero puntare all’acquisizione di realtà più piccole come Mgm per aumentare la propria offerta.