Venerdì 26 Aprile 2024

Altre due condanne a morte Le piazze europee per l’Iran

I terribili verdetti della Corte suprema di Teheran dopo la prima esecuzione. Manifestazioni a sostegno della protesta anche in Italia: "Libertà e diritti"

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di Marta Ottaviani

L’Iran ha scelto il pugno di ferro. A poche dalla morte per impiccagione di Mohsen Shekari, di appena 23 anni, già oggi potrebbe mandare sul patibolo Mahan Sedarat Madani, anche lui poco più che ventenne. Stando a quanto scrive la Bbc, inoltre, la Corte Suprema ha deliberato la sentenza di esecuzione imminente di un terzo giovane, Mohammad Broghani. Tutti e tre sono stati giudicati "nemici di Dio" dopo un processo breve e sommario, per aver preso parte alle proteste contro il regime, che infiammano il Paese da settembre.

Secondo Amnesty International sarebbero almeno 28 le persone che rischiano di venire condannate a morte nella Repubblica Islamica. Di questa, tre sarebbero anche minorenni. Il ‘copione’ utilizzato, è sempre, drammaticamente lo stesso. I giovani arrestati non hanno il diritto di difendersi davanti alla giustizia con un avvocato di propria scelta. Le presunte confessioni fatte agli inquirenti vengono estorte dopo torture. In qualche caso, le loro esternazioni sono anche state trasmesse dalla televisione.

Una repressione feroce, che non guarda in faccia nessuno e della quale spesso fanno le spese soprattutto le giovani donne. Il gruppo Inclub international ieri su Telegram ha reso noto che lo scorso 24 novembre sono state arrestate quattro ragazze Qashqai, ossia di origine turca. Si tratta di Fateme Safari Rad, le sue sorelle Ghazal Safari Rad e Sara Safari Rad, e della cugina Zahra Attai. Sono state sequestrate durante un’imboscata, con l’accusa di essere una minaccia per la sicurezza del Paese. Hanno un’età compresa fra 16 e 20 anni. Su internet sono comparse alcune loro foto, sorridenti e senza il velo. L’Hijab, invece, Farideh Moradkhani lo ha sempre portato, ma per aver criticato lo zio, niente meno che la Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha ricevuto una condanna a tre anni di carcere. La donna, che inizialmente era stata condannata a 15 anni, è stata giudicata da un tribunale religioso, che non aveva alcuna giurisdizione sul caso.

La protesta in Iran è ormai uscita dai confini nazionali.

In molte città europee si sono tenute manifestazioni di solidarietà. Ieri i cortei hanno sfilato in diverse città italiane, tra cui Roma, con il corteo organizzato dal Partito Radicale. Due giorni fa è stata la volta di Milano.