Venerdì 26 Aprile 2024

Alla fine Xi piega la Germania Il porto di Amburgo parla cinese

Nonostante gli allarmi, il cancelliere Scholz ha approvato l’ingresso del colosso Cosco al 24,9 per cento. Dibattito nella Ue: Berlino cede infrastrutture strategiche a Pechino, come avvenne con Mosca per il gas

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Cesare De Carlo

Ma allora è vero: la storia non insegna nulla. O meglio insegna – sentenziava il nostro Alessandro Manzoni – che non insegna nulla. Nemmeno quando è ancora solo cronaca come sta capitando con l’Ucraina. Questa la notizia. Ieri a Berlino il cancelliere socialista Olaf Scholz ha approvato l’ingresso di Cosco, colosso cinese delle spedizioni marittime, nella gestione del porto di Amburgo. Quota di partecipazione: 24,9 per cento. Sotto il 25 dovrebbe essere impossibile far passare decisioni strategiche. In teoria.

INFRASTRURE STRATEGICHE Commento immediato di Manfred Weber, un altro tedesco che è anche il presidente del Ppe, Partito Popolare Europeo (ne fa parte Forza Italia): la Spd non ha imparato nulla da Nord Stream 2, la pipeline del gas russo. Putin l’ha usata come arma di ricatto. Il controllo di infrastrutture strategiche è incedibile. Inascoltati i moniti di Donald Trump.

BRACCIO MILITARE

Cosco è considerata dal Congresso "un braccio dell’apparato militare cinese". È una compagnia pubblica, appartiene al regime comunista che ha appena dato al suo presidente dittatore Xi Jinping un terzo mandato. Ma l’amministrazione Biden è l’ultima a poter fare la voce grossa. Cosco è già presente nei porti americani: da Baltimora a Los Angeles, a New York, a Charleston, a Houston, a Long Beach, eccetera. A Norfolk, Virginia, le sue gigantesche navi container passano a poche centinaia di metri dalla base della Us Navy che ospita una mezza dozzina di portaerei e decine di sottomarini nucleari. "È molto ben gestita, efficiente, innovativa, conveniente", ammette Bill Johnson del Maryland Port Administration. Più delle concorrenti americane e europee. L’italiana Msc fra queste. La sua partecipazione "è stata come una trasfusione di sangue". In qualche caso è stata addirittura sollecitata, come hanno fatto i dirigenti del porto di Los Angeles in pellegrinaggio a Pechino.

PENETRAZIONE CAPILLARE La sua penetrazione in Europa è capillare. Cosco ha oltre mille navi container e 120 cisterne. È il terzo più grande operatore mondiale. È azionista di maggioranza nei porti Zeebrugge in Belgio, del Pireo in Grecia, di Valencia in Spagna. È presente a Rotterdam, Anversa, Bilbao, Vado Ligure. È interessata a Trieste, ai cantieri Ferretti a Taranto. Ha una sede a Milano destinata a diventare il centro delle attività imprenditoriali in Europa. Secondo un’analisi americana rappresenta anche la Zte (telecomunicazioni) che punta al mercato italiano del fotovoltaico e degli accumulatori tramite un’intesa con un’azienda veneta.

VIA DELLA SETA

Tornando ad Amburgo, la decisione tedesca ha destato grande allarme. Amburgo è il terzo maggiore porto europeo ed è considerato un pilastro della cosiddetta Via della Seta per la quale tanto entusiasmo c’era a Roma ai tempi del governo Conte. La Commissione Europea aveva dato parere negativo: i cinesi non sarebbero dovuti entrare ad Amburgo. L’offerta iniziale era stata per una partecipazione del 35 per cento. Quasi metà del gabinetto Scholz era contrario. Ma le pressioni del borgomastro di Amburgo, un altro socialista, e dei dirigenti del porto hanno avuto la meglio. Così Scholz è arrivato al compromesso: quota del 24,9 per cento. Per ora. Dice ancora Weber: noi tedeschi stiamo ripetendo gli errori commessi con la Russia, mandiamo all’intera Europa un segnale completamente sbagliato. È così.

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