Mercoledì 24 Aprile 2024

Afghanistan al collasso, l’elemosina del G20

Il summit riunito da Draghi: aiuti per appena 1,3 miliardi di dollari. Ma dopo l’avvento dei talebani il Paese è sempre più in crisi

Migration

di Alessandro Farruggia

Spiccioli per l’Afghanistan. La comunità internazionale riconferma la volontà di farsi in qualche modo carico del disastro umanitario in Afghanistan, ma aumenta solo marginalmente gli impegni presi nella conferenza dei donatori del 17 settembre a Ginevra (aiuti per 1,2 miliardi di dollari) alzandola a 1,3, un miliard dall’Unione Europea e 300 milioni dagli Stati Uniti. Poco, anche perchè gli aiuti sono "per l’Afghanistan e i Paesi vicini". E poi si dovrà negoziare con i talebani gli fare arrivare gli aiuti direttamente alla popolazione. E e non sarà per nulla facile ottenerlo.

La comunità internazionale, dopo la disastrosa uscita dall’Afghanistan dell’America e dei suoi alleati, aveva la necessità di mandare un messaggio in primis alle proprie opinioni pubbliche e ha due priorità reali: evitare un flusso di profughi verso l’Europa e garantirsi dal fatto che l’Afghanistan possa tornare ad essere un paradiso per i terroristi. Da qui il G20 straordinario – senza il presidente russo Putin e il presidente cinese Xi che avevano di meglio da fare – in videoconferenza con Roma (presidente di turno) e lo stanziamento di risorse.

Da sottolineare è stato l’intervento del presidente turco Recep Tayyp Erdogan che ha avvertito che "la Turchia non può più permettersi un altro flusso di migranti dall’Afghanistan, che fatalmente investirebbe anche l’Europa" e ha proposto di creare un gruppo di lavoro del G20 sulla questione migratoria, presieduto da Ankara. Probabilmente è un altro modo della Turchia per ottenere risorse dall’Europa, ma l’Italia (che come la Grecia teme di essere uno dei terminali del flusso di afghani) dà parere favorevole. "È una proposta interessante – ha commentato il premier Mario Draghi – ma bisogna che anche gli altri paesi Ue siano d’accordo. Ne parleremo con gli altri membri. Siamo favorevoli al coordinamento, a partire da quello che sta succedendo a noi, che siamo stai lasciati molto soli".

Nel fare il bilancio Draghi ha definito "soddisfacente e fruttuosa" la riunione straordinaria del G20 perché "è stata la prima occasione in cui i leader hanno dato una risposta multilaterale alla crisi afghana". "C’è la consapevolezza che la crisi umanitaria è gravissima – ha detto – e c’è grande disponibilità ad agire, una convergenza di vedute. Questo si è tradotto in un mandato alle Nazioni Unite per avere una roadmap per gli aiuti umanitari". "Questo – ha chiarito – richiederà contatti con i talebani, indispensabili perché la risposta sia efficace, ma parlarci non significa una qualsiasi forma di riconoscimento: è ancora troppo presto".

Per il resto, impegni di maniera. Tutti hanno sottolineato il tema dell’importanza di garantire i diritti delle donne e delle minoranze e di cercare di impedire che il sistema bancario afghano crolli. E tutti, in primis Stati Uniti e India, hanno sottolineato l’importanza che l’Afghanistan non torni ad essere un rifugio per il terrorismo internazionale. Ma, specie ora che l’Occidente ha perso una battaglia ventennale, sono parole. Su questi temi si potrà fare solo quel che i talebani concederanno di fare.