Sabato 14 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

L'acqua dei rubinetti puzza di bruciato: i tecnici bussano alla Dielle di Cassina

L'azienda replica: "Noi non c'entriamo". Mentre il sindaco spiega: "La molecola non è nessuno dei 70 'killer' che monitoriamo costantemente" di Barbara Calderola

Il personale di Amiacque consegna l'acqua ai cittadini di Cassina

Cassina de' Pecchi (Milano), 26 ottobre 2014 - Una notte di lavoro e una giornata coi nervi a fior di pelle. Alla fine, in serata, l’allarme acqua a Cassina, fa un po’ meno paura. Il sindaco Massimo Mandelli firma un’ordinanza che ridimensiona il divieto di aprire i rubinetti. Resta «rossa» solo la zona di Camporicco, area industriale a Nord-Ovest. Il giallo diventa verde, uso di acqua almeno per lavarsi, il bianco invece può anche metterla in pentola per cucinare. Sulla rete è stato individuato un guasto, per le autorità è la svolta.

I tecnici corrono alla Dielle di via Galilei, l’azienda al centro delle cronache per la lunga vertenza che la oppone a una sessantina di lavoratori fino a maggio in servizio in una delle coop che le forniva manodopera per lavorare la plastica. Ma è giallo nel giallo. Le aree di rischio a Cassina. La zona gialla è stata declassata a verde dal sindaco Mandelli Mentre non si sa ancora cosa sia la sostanza che da 48 ore fa impazzire i 13mila residenti, l’impresa respinge ogni addebito. «Sì è vero – conferma Renato Vitetta, avvocato della famiglia De Cataldo, proprietaria della Dielle – in ditta è stata sostituita una valvola di non ritorno dell’impianto antincendio, ma non crediamo abbia a che fare con l’accaduto». In Comune ribattono che la prova del nove si avrà lunedì, alla riapertura di tutte le fabbriche, chiuse nel weekend. «I cicli produttivi sono fermi», conferma il sindaco Massimo Mandelli. Accanto a lui, lo stato maggiore dell’Asl 2 e di Amiacque. È atteso martedì l’esito delle ultime analisi sulla «molecola estranea».

Ma la Dielle invita gli amministratori a non abbassare la guardia. «Il nostro impianto antincendio non comunica con le condotte pubbliche, ma con un grosso serbatoio interno, dove si accumula acqua da usare in caso d’emergenza. La nostra valvola non c’entra con l’allarme di questi giorni», spiega l’avvocato. Che annuncia di aver già incaricato un ingegnere di effettuare una perizia sul pezzo sostituito. «Abbiamo appena fatto in tempo a fotografare la valvola, che se la sono portata via. Non sappiamo neppure dove sia adesso». E ancora: «L’impianto antincendio, valvola compresa, ha superato di recente la revisione che effettuiamo regolarmente. Tutto certificato, i miei assistiti non si spiegano come potesse essere guasta», aggiunge Vitetta, che rovescia il punto di vista: «Le condotte pubbliche non hanno un allarme? Se si rompesse una valvola in una qualsiasi azienda tra un mese, saremmo costretti a rivivere tutto questo?». Alla Dielle, la puzza dai rubinetti si era attenuata nelle ultime ore. «Ieri era molto meno forte di due giorni fa», conferma la titolare. Oggi è il giorno della grande tensione in attesa di lunedì. Ma il sindaco non può fare a meno di pensare all’altro fronte. Quello della misteriosa sostanza. «Non sappiamo ancora con esattezza di cosa si tratti – conferma Mandelli – solo una cosa è certa: non è nessuno dei 70 “killer” che vengono controllati costantemente». A parziale conferma che l’odoraccio potrebbe essere stato «l’unico» problema di questi giorni, c’è il report degli ospedali. I cassinesi, seppur spaventati a morte, non si sono lasciati vincere dalla psicosi: nessuno si è recato in ospedalebarbara.calderola@ilgiorno.net