Giovedì 25 Aprile 2024

Salvini bersaglio unico. Anche le sardine, nel loro piccolo, odiano il nemico

In principio fu il clima. Milioni di ragazzi in tutto il mondo a sfilare per quattro volte (15 marzo, 24 maggio, 27 settembre, 29 novembre) con guance dipinte di verde a fianco di Greta Thunberg, 16 anni, svedese, simbolo planetario dell’ambientalismo. Poi, in Italia, venne il tempo delle sardine. Bologna (14 novembre), Genova (28 novembre), Milano (1 dicembre), a breve (14 dicembre) Roma. A migliaia in piazza, accompagnati dalle canzoni popolari per esprimere un comprensibile disagio nel vuoto sociale generato da spregiudicati quanto inefficaci traffici di palazzo. Ma senza schierarsi: né a favore né contro. Anche se, a esser onesti, un bersaglio costante c’è. Uno e uno solo: Matteo Salvini. Che in un Paese dove ogni giorno volano insulti tra alleati di governo, compagni di partito, frequentatori del web e curve dei tifosi, è considerato l’esclusivista dell’odio. Ed è proprio… odiato da chi non lo sopporta.

Caso unico al mondo, verrebbe da dire, di piazza dove si manifesta contro il capo dell’opposizione anziché contro chi è al potere. Dando il palco, poi, a Roberto Saviano, sgamato surfista sociale e non esattamente uno che abbassa i toni, anzi… Ma vabbè, ciò che conta è lo spirito positivo di chi ha inventato le sardine, dimostrando, così, che non tutti i giovani sono birra e pastiglie. Ora, però, sarebbe bello se questa ritrovata voglia di partecipazione producesse il tris: che cosa ne direste, ragazzi, di scendere in piazza a favore dei vostri coetanei di Hong Kong che, rischiando la vita, si battono da quasi nove mesi (tutto cominciò il 15 marzo) per conservare i diritti civili e non possono nemmeno più uscire dai confini della Cina? Partite con la rete, dai! Ognuno di voi posti un selfie su Instagram, Tik Tok, Facebook tenendo in mano l’ombrello aperto, simbolo della protesta nell’ex colonia britannica contro un regime che sfoggia il doppiopetto sulla scena mondiale e nel Paese, invece, indossa la divisa per schedare i cittadini con il riconoscimento facciale, facendo impallidire perfino il ricordo della famigerata DDR, la Germania Est comunista. E, poi, ragazzi, con quello stesso ombrello, andate tutti a manifestare sotto le rappresentanze diplomatiche cinesi, dall’ambasciata di Roma ai consolati. Così facendo, sarete di esempio non solo agli adulti indifferenti, muti e, quindi, complici della repressione (come Beppe Grillo, tragicomica spalla di Pechino in Italia); ma anche a tutti i vostri coetanei nel mondo. Bella, no? Un ombrello, dai, basta solo un ombrello...