Mercoledì 24 Aprile 2024

Quei vecchi escamotage

Le pensioni sono da qualche decennio la cartina di tornasole dello stato di salute dei conti del Paese, ma anche dei rapporti di forza tra le generazioni, le aree territoriali, i generi.  A questa dinamica decisionale non sfugge neanche l’azione del governo del cosiddetto cambiamento. E, anche solo limitandosi a riflettere su due recenti interventi sul sistema previdenziale, ci accorgiamo di come la spinta innovativa delle ultime misure sia prossima allo zero e, come nel passato, si riveli inversamente proporzionale rispetto all’equità delle operazioni. 

Ci riferiamo innanzitutto al raffreddamento più o meno drastico della rivalutazione delle pensioni: altro che "cambiamento". Dai governi degli anni Novanta a quelli di questi decenni, con in testa l’esecutivo Monti, la mancata e la ridotta indicizzazione dei trattamenti pensionistici sono state una sorta di bancomat per tutti. E poco è contato che la Corte costituzionale abbia a più riprese avvisato sulla non legittimità di questo prelievo: diciamolo, la Ragioneria generale dello Stato ha sempre trovato l’escamotage per suggerire come dribblare nuove "condanne". Tanto più che poi la grana di solito si trasferisce al governo successivo. 

Non va meglio, anzi, per i primi dati di quota 100. È del tutto evidente che le donne finiscono per essere penalizzate sul versante previdenziale, ancora una volta, dai ritardati ingressi nel mercato del lavoro e dalla frammentarietà delle carriere dovuta principalmente alla cura dei figli. 

Quando il 70 per cento delle domande di uscita anticipata è dei lavoratori maschi, vuol dire che esiste oggettivamente un problema di riequilibrio tra i generi. Tanto più che fino a oggi le ultime riforme hanno provveduto all’armonizzazione delle regole, ma solo nella direzione dell’eliminazione delle condizioni più favorevoli di età pensionabile delle donne. Senza che questo processo di equiparazione sia stato accompagnato, come invece è stato sempre promesso, dal riconoscimento di contributi figurativi ad hoc per il lavoro di cura svolto a favore della famiglia e dei figli. Come dire: beffate due volte.