Mercoledì 24 Aprile 2024

La politica rifiutata

Ricordo l’eco che suscitò quando ero bambino la notizia che uno dei notabili della Democrazia cristiana, l’on. Dossetti, lasciava la politica attiva per prendere gli ordini sacri chiudendosi nell’abbazia di Monteveglio. Ho subito rammentato questo esempio quando ho letto della donna sarda, assessore del Pd, che lascia l’attività del suo partito per diventare suora di clausura come della parlamentare che lascia la politica per diventare una tassista. Quanto può fare di male a un essere umano la pratica attiva amministrativa o parlamentare? Fino al punto di far crescere il malessere tanto da sentire di dover fuggire dal mondo o scomparire nella più anonima delle attività lavorative? In entrambi i casi si avverte il superamento di una comune soglia di sofferenza, denunciata da attivisti di partiti anche molto diversi.

Confesso che non si stenta proprio a crederlo. Basta guardare lo spettacolo quotidiano offerto dalla nostra classe dirigente politica, con assai poche eccezioni. Rissosità, volgarità, doppiopesismo, menzogne, malafede, corruzione, mancanza di dignità e rispetto dell’avversario, faciloneria e arroganza, sono il triste corteggio che l’accompagna. Fa pena Sergio Mattarella, che si sforza di richiamare almeno alla dignità e al rispetto dei ruoli internazionali e dei patti stretti dall’Italia nei decenni, chi ci governa ebbro del potere che ha raggiunto, nel totale disprezzo verso chi lo ha preceduto, a cui tende attribuire le colpe di quelle che sono le sue incapacità.

Non è facile demagogia qualunquistica. Per onestà mi sono sempre domandato, ma tu al loro posto che cosa avresti fatto? Senza poter rispondere altro che non mi sarei mai dato alla politica, per quel tasso di ipocrisia e malafede che esigono le sue regole, guardando chi la esercita. Ho sempre pensato con sconcerto al tasso di scarto fra quel che avrei promesso per farmi eleggere e quel che avrei potuto mantenere. Ho sempre sentito che se mi fossi allineato a loro, poi nei talk show televisivi non avrei evitato anche io di diventare quel bugiardo che mi disgusta ascoltare, nonostante il ricorso alla più abile retorica.