Mercoledì 24 Aprile 2024

Il partito del pattume

Nella discussione infinita fra inceneritori sì-inceneritori no, nuovo fronte delle frizioni giallo-verdi, rischia di vincere il partito del pattume. È potente, trasversale, populista. A ondate cicliche il problema della spazzatura che intasa le città si ripropone in posti come Roma, Napoli e in Sicilia. Eppure da anni non si trova una soluzione strutturale che possa allineare il Sud al Nord e che porti l’Italia a livelli europei. La politica è divisa sul fare o no i termovalorizzatori, che sono inceneritori evoluti, adatti a produrre energia. E anche quando gli enti locali prendono una decisione scattano le proteste dei comitati, i ricorsi al Tar, il blocco dei lavori. È l’Italia del no, dove molti sono d’accordo a realizzare gli impianti ma nessuno li vuole in casa propria.

E lo Stato da anni tergiversa. Meglio discariche incontrollate, terre dei fuochi e costose migrazioni di rotoballe di pattume verso il Nord? I termovalorizzatori sono 40, la metà dei quali dislocata al Nord. Un numero insufficiente. A parte gli scontri in politica, dove anche i partiti talvolta cambiano fronte, resta il fatto che l’emergenza immondizia continua storicamente ad essere trattata con criteri adatti alla normalità. Un po’ come la ricostruzione post sisma dove si utilizzano meccanismi burocratici (permessi, perizie, accessi amministrativi) tipici della quotidianità.

Tempi lenti al posto di decisioni rapide. Il ministro Matteo Salvini promette un termovalorizzatore per ogni provincia. Forse ne bastano un po’ meno e un po’ di più dell’opzione zero dei Cinquestelle che, mentre i rifiuti salgono e i fuochi bruciano, sognano solo in funzione di economia circolare, tecnologie alternative e cicli virtuosi. Concetti da incentivare, ma che implicano tempi lunghi. Se anche la raccolta differenziata raggiungerà il 75% (difficile) previsto dall’Europa (siamo al 60%) i termovalorizzatori sono necessari. Come mai in Lombardia, in Emilia, in Toscana gli impianti ci sono? Servono coraggio e zero ideologia. Stop. Certo, vanno garantite sicurezza e tutela della salute. Il no grillino a tutti i costi, che si aggiunge a quelli per Tav e gasdotto, è utile solo a rinforzare un altro partito. Quello della monnezza.