Mercoledì 24 Aprile 2024

Le ombre del regime

Sarebbe in Corea del Nord la figlia di Jo Song Gil, l’ex incaricato d’affari della Repubblica popolare di Corea scomparso nel nulla ormai dal novembre scorso. Sarebbe rientrata in patria, da qualche mese, accompagnata da personale femminile dell’ambasciata per il desiderio di ricongiungersi con i nonni secondo le informazioni in possesso della Farnesina. Pochi i dettagli a disposizione per fare chiarezza sui contorni di una vicenda già piuttosto complicata, che getta ancora una volta la rappresentanza diplomatica nordcoreana a Roma sotto i riflettori. I punti in sospeso sono molti e portano i più attenti, o i più curiosi, a chiedersi se il viaggio della diciassettenne possa essere considerato il frutto di un vulnus nella gestione da parte delle autorità della diciassettenne o se ci siano motivazioni di sostanza alla base della scelta della ragazza di non seguire i due genitori nella fuga. Due, in questo caso, le ipotesi. Dopo la defezione del padre e le voci in circolazione sulla richiesta di asilo in un Paese terzo, la giovane potrebbe aver scelto di tornare in Corea per scongiurare eventuali ritorsioni del governo di Pyongyang sul resto della famiglia ancora residente in patria. Un gesto per salvaguardare i nonni, quindi, che sarebbero stati altrimenti i possibili capri espiatori delle scelte di Jo. Oppure, la scelta potrebbe non essere stata determinata da un genuino altruismo di nipote e di figlia, quanto da un sincero e profondo convincimento politico nei confronti dell’ideologia del Juche e del sistema nordcoreano.    Una fede indiscussa nella figura del Supremo leader, Kim Jong-un, e una fedeltà assoluta nella propria nazione. Perché a dispetto delle caricature che vengono fatte di Kim, il giovane leader è ad oggi l’oggetto di quel culto familiare che anima e caratterizza la Corea del Nord ormai da quasi sessant’anni. E mentre sarà necessario fare chiarezza su cosa sia effettivamente successo, la vicenda della famiglia Jo sembra essere un tassello stridente del più complicato mosaico che vede il governo nordcoreano impegnato a ripulire la propria immagine e ad indossare una nuova veste di interlocutore per la comunità internazionale.