Mercoledì 24 Aprile 2024

Dopo il voto in Umbria. Political e social: la rivincita del porta a porta

C'è quasi da vergognarsi a dirlo, tanto la definizione è abusata, stantia. Tanto appare polverosa. Però questa volta è proprio vero: mentre si festeggiano i 50 anni di Internet, la rivoluzione tecnologica che ha cambiato le nostre vite, la rete invisibile che connette computer ed esseri umani senza volto e senza corpo, beh, in Umbria ha vinto la gente. A prescindere da chi ha vinto. E non solo perché hanno votato in tanti, o almeno in tanti più dell’ultima volta: un 64,4% che testimonia come gli elettori sappiano bene quando la partita è importante, e quanto vogliano deciderla in prima persona e non darla in appalto. Evviva! Ma la gente entra in questa consultazione anche da un’altra porta principale. Se infatti tutti hanno sottolineato l’efficacia della campagna elettorale di Salvini, città per città, casa per casa, 57 comizi a 8 con Di Maio, vuol dire che la Rete è diventata uno strumento essenziale, che i media sono irrinunciabili, ma stringere una mano, vedere una faccia, gente che incontra altra gente e non messaggi WhatsApp, vale almeno altrettanto nella vita sociale e dunque in quella politica. Vuol dire che un’ora a un mercato conta quanto una raffica di tweet. Che un selfie non è solo una moda: significa condividere un attimo, restare fisicamente nella memoria di un cellulare, ma soprattutto di una persona. Significa che la politica può servirsi di tutte le manipolazioni informatiche del mondo, ma se non entra fisicamente nelle case, nei cuori, resta estranea, perdente. Significa che dove non c’è la gente, esistono solo i giochetti di Palazzo. Senza rete. E che basta una piccola-grande Umbria in carne e ossa per ricordare che la democrazia è social, ma non solo. Che viaggia nell’etere, ovvio, ma deve ancora saper bussare alla tua porta.