Mercoledì 24 Aprile 2024

La carta del voto

Negli ambienti politici e economici che contano si fa sempre più strada la tesi che la «spinta propulsiva» del governo giallo-verde, se mai c’è stata, oggi è in via di rapido esaurimento. E l’ipotesi di elezioni anticipate subito dopo il voto europeo o in autunno non sembra essere più un tabù: la teoria che il Quirinale non voglia il passaggio elettorale per definizione, se mai ha avuto un senso, non trova (più) riscontri.

Ma che cosa fa intravedere a breve-medio termine di nuovo le urne? Basta mettere in fila i fatti delle ultime settimane.

Innanzitutto, le sonore sconfitte grilline alle ultime regionali e, con tutta probabilità, alle prossime in Basilicata e, soprattutto, alle europee di maggio: con il corollario della crisi profonda di leadership di Luigi Di Maio.

Non meno rilevanti sono i crescenti (per usare un eufemismo) contrasti nel governo su nodi decisivi, come la Tav, l’autonomia, la legittima difesa. Poco potrà il premier Giuseppe Conte: la strada dei mesi a venire appare lascricata di trappole e scontri. Tanto più che Matteo Salvini non può permettersi ulteriori concessioni per salvare l’«amico Luigi», pena la perdita di quel significativo consenso guadagnato in pochi mesi.

Come non bastasse, il progressivo deterioramento della finanza pubblica e dell’economia reale imporrà velocemente manovre e interventi che i due precari alleati non potranno condividere.

L’arrivo di Nicola Zingaretti alla guida del Pd è l’ultimo tassello del puzzle: il neo segretario ha fatto sapere a chi di dovere che in caso di crisi si dovrà votare e che non ci sarà la disponibilità a appoggiare governi tecnici. E, d’altra parte, il nuovo leader ha solo da guadagnare dal voto, per approfittare del tracollo grillino e «regolare i conti» dentro i gruppi parlamentari di matrice renziana.

Tirando le somme: se a Zingaretti il voto anticipato conviene, per Salvini può rivelarsi la carta della vita. Forte del probabile consenso alle europee, può raccogliere il massimo in autunno prima dei sacrifici della legge di Bilancio per il 2020. Chissà che non è anche per questo che ha spedito Giancarlo Giorgetti in Usa, ha assecondato la ricucitura con Macron, ha allentato i rapporti con Putin.