Venerdì 26 Aprile 2024

Il valzer dell'ipocrisia

Tuttui finiti dentro le rispettive e speculari trappole. E così, alla fine o a metà dell’ennesimo psicodramma politico-giudiziario italiano, il caso Salvini-Diciotti-immunità si rivela per quello che è: l’esemplificazione (ulteriore) del fallimento concreto degli inganni ideologici e dei vessilli propagandistici di leader e partiti di maggioranza e di opposizione. Il capo del Carroccio rimane vittima della sua stessa sfida celodurista alla magistratura: non a caso, dopo giornate di proclami all’insegna del "voglio essere processato", quando si rende conto della "mala parata" (il rischio di finirci davvero sotto il tiro dei giudici per graziosa concessione dei suoi alleati), cambia rapidamente atteggiamento e ripiega sotto l’usbergo dell’immunità.   Non da meno, se non più grave, è la trappola giustizialista nella quale si sono cacciati i grillini e il Pd. Per i big del Nazareno (compreso lo stesso Matteo Renzi) la svolta renziana in senso garantista e comunque verso l’affrancamento della politica dalle ipoteche giudiziarie ha ceduto di nuovo il posto al vecchio riflesso pavloviano della sinistra pro-magistratura, a prescindere. A maggior ragione se l’operazione può servire strumentalmente contro un avversario.  Il problema, per i 5 Stelle, sarebbe culturalmente anche più semplice: hanno vissuto e prosperato per anni sul giustizialismo manettaro verso tutto e tutti che, per impostazione, non dovrebbero essere neanche sfiorati dall’idea di non votare a favore dell’autorizzazione a procedere per Salvini.  Peccato, però, che in questo caso (come in altri cento) Luigi Di Maio e soci devono fare i conti con la realtà: votando a favore, rischiano di far saltare il loro governo. E così si dovranno inventare qualche trovata furbesca, come stanno già facendo, per salvare la faccia feroce e le poltrone.  Sarebbe stato certamente più utile e meno ipocrita per tutti, una volta tanto, sostenere una elementare verità: le scelte politiche si possono contrastare politicamente ma di sicuro non trasformare in reati da perseguire.