Venerdì 26 Aprile 2024

Coronavirus, l'Olanda si scopre solidale

Il premier olandese Mark Rutte

Il premier olandese Mark Rutte

Da quando è iniziata la crisi Coronavirus in molti hanno usato a sproposito un concetto, specie noi italiani: solidale, solidarietà. “L’Europa non è solidale“, l’“Europa ci deve mostrare solidarietà“... Quante ne abbiamo sentite. A volte anche gli stranieri l’hanno adottato. Niente di più sbagliato. Prima di tutto perché la solidarietà è un qualcosa che appartiene a molti campi ma poco alla politica e per niente alla geopolitica. Poi perché la crisi è troppo grossa, e servono troppi soldi, per poter risolverla con la solidarietà.

Quello che smuove il mondo sono gli interessi, e la politica è la composizione degli interessi. Certo ci sono nolti tipi di interessi, quelli di domani e quelli di dopodomani, ed è dal saperli bene distinguere che si differenziano i politici con una visione e i politici da bottega. Così dopo i primi giorni in cui molti Paesi dell’Unione europea si sono limitati a generiche attestazioni di solidarietà verso l’Italia, quando adesso il virus è diventato anche affar loro stanno mutando atteggiamento. In Olanda ad esempio diversi esponenti politici hanno iniziato a chiedere al premier Mark Rutte un nuovo atteggiamento sulla faccenda dei Coronabond. Guarda caso quando il numero dei contagiati nei Paesi Bassi ha superato percentualmente l’Italia: su sette milioni di abitanti, i colpiti da Coronavirus sono oltre 13mila. In proporzione più che da noi.

E soprattutto dopo che è apparso ormai chiaro a tutti che un crollo economico dell’Europa sarebbe stato un dramma per tutto il Vecchio continente, anche per gli stati meno interessati dalla crisi. E’ valsa insomma la logica degli interessi, legittimi e trasparenti. Come era giusto e naturale che fosse. E siccome è interesse di tutti gli europei superare insieme la crisi, forse si è imboccato il binario giusto.