Mercoledì 24 Aprile 2024

Giovani medici, i nuovi angeli del fango-virus

Si fa presto a dire movida. Da quando le misure anti virus sono state allentate, ogni due per tre salta fuori qualcuno a proclamare che i nostri ragazzi stanno esagerando, non si curano degli assembramenti, dunque i loro comportamenti sono una grave minaccia per la pubblica salute. Ferma restando la sacrosanta riprovazione per chi esagera, in questo atteggiamento critico, che poi è un riflesso condizionato!, malinconicamente si coglie una conferma. Siamo un paese per vecchi. E non va bene e non è vero. Fidatevi di chi, peraltro, scrive queste righe sapendo di non essere un ventenne (e nemmeno un quarantenne, ahimè).

Ebbene, al netto di qualunque strumentalizzazione, in questa epoca di pandemia tantissimi sono stati i giovani che hanno offerto un esempio meraviglioso. Penso, per capirci, ai medici specializzandi, uomini e donne che non hanno esitato ad offrirsi volontari per i reparti Covid negli ospedali. E lo hanno fatto spontaneamente, a dispetto di un trattamento economico non di rado mediocre, se non addirittura oltraggioso, a cospetto di prospettive di carriera indegne della loro preparazione. Lo hanno fatto non per gli appelli televisivi della Protezione Civile o per le prediche cialtronesche di Vip a caccia di facile popolarità. Lo hanno fatto, come tanti medici e tanti infermieri, perché avvertivano il senso etico e civico di un obbligo collettivo.

Forse esiste una Italia migliore di quella che raccontiamo. Anzi, a pensarci bene è sempre esistita. Più di un secolo fa i mitici ragazzi del Novantanove (inteso come Ottocento) andarono sul Piave a salvare una Patria in cui ancora si parlava il dialetto, un siciliano non si capiva con un coetaneo emiliano ma insieme difesero una idea di Nazione. E nel 1966 furono i giovanissimi a trasformarsi in angeli del fango, per sottrarre i gioielli di Firenze alla furia devastatrice della alluvione. Sommersi come siamo, da mesi, da un diluvio di parole, ecco, rischiamo di non vedere il miracolo che abbiamo sotto gli occhi, quotidianamente. Poco prima di essere sequestrato e ucciso dai terroristi comunisti dementi delle Brigate Rosse, Aldo Moro disse una frase memorabile, il suo vero testamento. La riporto per intero: "Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere". Beh, è già nato. Nelle corsie dei nostri ospedali. Nei giorni crudeli della pandemia. Grazie ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze.