Mercoledì 24 Aprile 2024

Il primato assoluto

Beppe Grillo nel 2001 a Bologna (Ansa)

Beppe Grillo nel 2001 a Bologna (Ansa)

Roma, 22 luglio 208 - A settant'anni Grillo può festeggiare un primato assoluto. Nessun comico, prima di lui, ha esercitato un’influenza diretta di dimensioni paragonabili sulla politica di un grande paese. Il suo antesignano francese Coluche (Colucci, di origini italiane pure lui: vorrà dire qualcosa?) non andò mai oltre la finta campagna elettorale per le presidenziali del 1981, quando era dato al 16% dei consensi.

Grillo aveva già nelle sue corde l’istinto dell’anticasta e dell’agitatore, prima di entrare in politica. Aveva divertito, appassionato e coinvolto con una ironia aggressiva, potente ma allo stesso tempo gentile le generazioni che oggi ruotano intorno ai cinquanta. Era passato per le Feste dell’Unità parlando di temi ambientali e aveva attaccato a testa bassa con anticipo sulla Parmalat, prima che scoppiasse il bubbone, nel 2004. Da lì forse la scommessa fatta insieme a Casaleggio, nel 2005, di far circolare la stessa energia attraverso il blog, con un progetto più ambizioso. Poi sono arrivate le liste a 5 Stelle, il V-day col canotto sulle teste delle folle oceaniche raccolte a Bologna nel 2007, il tentativo di invadere le primarie del Pd nel 2009 e la nascita del Movimento.

A quel punto Casaleggio e Grillo hanno colto l’attimo. Erano già pronti con il messaggio, la macchina organizzativa e il testimone perfetti per intercettare le angosce di una opinione pubblica disillusa, umiliata e rabbiosa dopo la grande recessione. Erano pronti a cavalcare l’odio contro i politici tradizionali, l’euro e la sua disciplina sui conti pubblici, la corruzione dilagante, e la domanda di partecipare in prima persona. Hanno saputo sfruttare come nessun altro le nuove possibilità di mobilitare passioni, impegno e pregiudizi attraverso la rete. E mentre nel 2013 gli altri partiti si chiudevano nei teatri, Grillo riempiva le piazze con fiumi di persone. Da statuto, continua ad avere un potere assoluto di ultima istanza su tutto, ma nessuno sa se avrà modo e voglia di esercitarlo. Per ora, ha trasportato la satira dentro il discorso pubblico, il palcoscenico dentro la politica e inventato la «rivoluzione dal basso» che ha portato Di Maio vicino a Palazzo Chigi.