Mercoledì 24 Aprile 2024

Malattie infettive, finita l'influenza: ha fatto 160 vittime

Bilancio definitivo 8milioni e 700mila italiani a letto, 744 casi con gravi complicanze: è stata l'epidemia più intensa degli ultimi 15 anni. Batteri killer prossima insidia

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Roma, 9 maggio 2018 - Si chiude il sipario sull’influenza più pesante degli ultimi 15 anni e già nell’aria aleggiano nuove famiglie di virus e batteri. La stagione 2017-2018 si chiude con numeri da bollettino di guerra: quasi 8,7 milioni di italiani colpiti, 744 casi accompagnati da complicanze gravi e 160 decessi. A sancire il bilancio definitivo è Influnet, osservatorio dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che raccoglie come sempre i dati trasmessi dai medici sentinella. ''L'epidemia ha avuto un picco molto intenso – ha spiegato l’epidemiologo Gianni Rezza – con un numero di casi decisamente superiore alla stagione precedente, che si era accanita soprattutto sugli anziani''. Le regioni in cui l’incidenza è stata più vivace sono state la Basilicata, la Calabria, le Marche e l’Abruzzo. Hanno dominato i virus di tipo B (61%), per lo più B/Yamagata, contenuto solo nel vaccino antinfluenzale quadrivalente, mentre il virus A ha colpito per un 39%.

''Di solito il virus di tipo B è meno aggressivo – continua Rezza – ma stavolta è andata diversamente. Del virus AH1N1 poi sapppiamo che può provocare polmoniti e altri tipi di complicanza. Per la stagione influenzale del prossimo autunno è già stata decisa la composizione del vaccino, il consiglio è di prediligere il quadrivalente, perchè contiene il ceppo Yamagata, che ha dato problemi quest’anno, mentre per gli anziani va bene il trivalente adiuvato''.

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''Non perdere un’arma indispensabile di protezione della salute come i farmaci antibiotici''. Questo è l’impegno messo in campo da governi e istituzioni di tutto il mondo per contrastare il fenomeno della resistenza antimicrobica alle infezioni, che causa ogni anno 700mila decessi a livello globale e 25mila in Europa, con un costo di 1,5 miliardi annui nella sola UE. Siamo sempre in tema di malattie infettive, ma ci spostiamo verso i farmaci e la prevenzione.

Un impiego appropriato degli antibiotici in tutti gli ambiti della sanità umana e animale, controllo delle infezioni e innovazione terapeutica sono i cardini della strategia contro i superbatteri. In Italia, la resistenza agli antibiotici si mantiene quasi sempre al di sopra della media europea. Nel nostro Paese, ad esempio, la Klebsiella pneumoniae, superbatterio killer che spara carbapenemasi, è diventata resistente a tutti gli antibiotici in oltre il 50% dei casi. Le infezioni ospedaliere compaiono in circa 3 casi ogni mille ricoveri acuti. «I batteri hanno la capacità di modulare la propria esistenza attraverso la selezione di mutazioni nel genoma che codificano per proprietà che all’origine non erano espresse – ha dichiarato Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive a Torino - questi microrganismi replicano continuamente e rapidamente il proprio patrimonio genetico ma nel copiare fanno diversi errori in modo del tutto casuale, eccetto quando è presente un antibiotico, che seleziona i batteri resistenti.

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Tra febbraio e marzo, ad esempio, sono stati segnalati in Europa e in Australia i primi tre casi di gonorrea resistente agli antibiotici. Risultano inefficaci non solo quelli di prima linea quali l’azitromicina e il ceftriaxone (che vengono somministrati insieme secondo le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità), ma anche altri. A segnarlo è il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Il rischio, sottolinea l’Ecdc, è che la gonorrea, a trasmissione sessuale, diventi una malattia incurabile, in assenza di valide alternative. Le malattie contagiose interessano la collettività e ogni singolo cittadino può fare la propria parte per prevenirle riportando le vaccinazioni sopra le soglie di sicurezza. Questo il monito lanciato dall’Istituto Pasteur Italia per la Settimana Europea dell’Immunizzazione. Negli ultimi 50 anni, i vaccini hanno salvato più di 500 milioni di persone.

Quanti microbi si posano ogni giorno sulle nostre mani. La pelle è il mezzo con il quale entriamo in contatto fisico con il mondo, e le mani sono quelle più esposte al contatto con microorganismi estranei di ogni genere. In un’epoca in cui la tecnologia ha realizzato chirurgia robotica, anticorpi monoclonali, immunoterapie contro il cancro, statine e steroli contro il colesterolo per la prevenzione delle malattie di cuore e arterie, il problema delle infezioni è tuttora di scottante attualità. In Europa si calcolano 29.000 decessi per cause infettive, contro i 26.000 morti per incidenti stradali. Per combattere queste piaghe si è ripetuta la campagna di sensibilizzazione affinché tutti adottino l’abitudine di lavarsi le mani più spesso con detergenti, acqua e sapone, gel , in modo da ridurre le cariche microbiche ambientali.