Lunedì 29 Aprile 2024

Lotta ai clan, il risveglio di Napoli

Da Napoli, polveriera di camorra, due buone notizie. Anzi tre. Noemi sta meglio, l’angioletto si è svegliato dal buio del coma e ha incrociato lo sguardo luminoso della mamma. Contemporaneamente sono stati arrestati i due camorristi che l’hanno ridotta così, sparando in mezzo alla gente. E Noemi, anima fragile, è diventata senza saperlo l’eroina che ha risvegliato la coscienza civile di un’intera città troppo assuefatta a una delinquenza che, a differenza di altre mafie storiche, non rispetta nulla e nessuno, uccide in mezzo alla folla e calpesta i codici non scritti della criminalità organizzata.

Quel gesto dell’aspirante sicario fermato nei frame di una telecamera è l’emblema del delirio: spara, scappa e scavalca il corpicino della piccola lì a terra, ferita, come se fosse un noioso incomodo. E invece è la vittima innocente, e simbolo, del clima irrespirabile della città di Gomorra. I napoletani sono scesi in piazza, hanno gridato la loro rabbia, hanno esposto cartelli con su scritto «Disarmiamo Napoli», hanno pregato in silenzio alla luce incerta delle fiaccole perché da lassù qualcuno facesse riaprire gli occhi a Noemi. E almeno su questo sono stati esauditi.

È la nuova coscienza di Napoli, la ribellione della città dai due volti: splendida ma stretta nell’abbraccio fatale delle cosche. Certo, altre volte i napoletani perbene hanno manifestato contro la camorra. Molto meno però rispetto ad altre città ad alto tasso mafioso. Ma stavolta hanno dimostrato un’energia nuova, una voglia di rinascita, una new age della ribellione contro i criminali che hanno le mani sul Golfo.

In Sicilia, dove le cosche vivono ancora ma con minore energia, la coscienza antimafia da anni ha reagito con forza nelle strade, nelle associazioni, a scuola. Certo, con alcune anomalie dove a volte i professionisti dell’antimafia fanno politica e costruiscono carriere. Ma c’è forza vitale per dire no. Poi ovvio, servono agenti e carabinieri, magistrati e inchieste per battere i clan. La maggioranza silenziosa della società civile può educare, informare i giovani disinformati e gli adulti distratti. È un alleato prezioso per le forze dell’ordine. Ora a Napoli ha mostrato voglia di riscatto. Lo Stato raccolga il segnale e recuperi il terreno perduto. Forza Noemi, grazie Noemi.