Mercoledì 24 Aprile 2024

Farnesina, donne testimonial

È ARRIVATO il momento di sostituire Federica Mogherini agli Esteri e in questi giorni si fa il nome di Lia Quartapelle, giovane deputata del Pd (32 anni), con esperienza di studio e ricerca nel settore della politica internazionale. Il nome rimbalza nei media, ma senza particolare scandalo. Un buon curriculum per entrare nel mondo universitario o partecipare a un concorso in qualche organismo internazionale è ormai considerato una condizione sufficiente per assurgere ai vertici della politica nazionale, per essere posti alla guida di una macchina complessa e altamente professionale come la Farnesina. Ma questo è il modo di operare di Matteo Renzi, le cui azioni sono pensate innanzitutto per essere comunicate e funzionali alla sua concezione della leadership. Nominare giovani donne senza una particolare esperienza per l’incarico cui sono destinate gli serve per mostrare la sua sensibilità per il ruolo della donna nella vita pubblica. Che poi siano in grado di esercitare con efficacia la loro funzione è un problema secondario (tanto poi ad apparire e decidere è lui, tanto più in politica estera). Al tempo stesso sceglie persone (e questo vale anche per molti uomini) che non gli possano in alcun modo fare ombra e il cui incredibile avanzamento rende inevitabilmente fedeli e riconoscenti al loro leader. Ma così facendo Renzi rende un cattivo servizio alle donne. 

SE FINO ad oggi queste sapevano che per realizzarsi dovevano essere due volte più brave degli uomini, con il modello che Renzi diffonde ora apprendono che per arrivare in alto è soprattutto necessario essere diligenti e fedeli, senza troppo mostrare autonomia e originalità di pensiero. Per arrivare in alto è soprattutto importante collocarsi nei posti giusti e sperare che la propria gioventù e qualche buon diploma o normale esperienza professionale ti renda papabile per fare da testimonial alle buone intenzioni di chi detiene il potere. Tutto questo non fa fare alcun passo in avanti alle donne, piuttosto fa arretrare e mortifica l’immagine femminile. Un tempo erano le veline, ora le giovani ricercatrici o le giovani avvocatesse, ma la protervia maschile rimane sempre la stessa.