Tradizionalmente, l’operazione chirurgica di sostituzione della valvola aortica richiede di praticare un’apertura nella cavità toracica, che sia abbastanza ampia da permettere al chirurgo di avere un buon accesso al cuore e all’aorta, afferma Mauro Rinaldi, primario di cardiochirurgia a Torino. Le nuove tecnologie permettono in molti casi di evitare la classica apertura sullo sterno. Le protesi valvolari, oggi prevalentemente biologiche, ossia costituite da tessuto del pericardio animale, possono essere agevolmente impiantate, in alternativa, con una piccola incisione attraverso la parte superiore dello sterno detta mini-sternotomia, con un accesso nella parte destra del torace.
Il vantaggio delle tecniche minimanente invasive non è solo estetico. Il cardiochirurgo Francesco Alamanni, del Centro Cardiologico Monzino di Milano, sintetizza così i vantaggi della mini-sternotomia: si associa a una riduzione dei sanguinamenti, minori complicazioni respiratorie, meno dolore post-operatorio, riduzione dei tempi di ricovero in terapia intensiva e più in generale in ospedale che si traducono in un miglior recupero del paziente e diminuzione del costo dell’intervento. Parlando di tecniche mini-invasive, all’inizio di aprile per la prima volta in Europa è stato impiantato al Centro Cardiologico Monzino, dall’equipe del professor Alamanni, il nuovo modello di un’innovativa valvola aortica a impianto rapido, l’Intuity Elite di Edwards, studiata per gli interventi di questo tipo. Questa nuova protesi valvolare richiede solo poche suture di guida in quanto, in fase di impianto, si espande velocemente per adattarsi ai vasi aortici. L’impianto è più facile, più rapido, e può essere eseguito agevolmente.
Alessandro Malpelo
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