Bologna, 7 giugno 2016 - «HappyBirthday». L’Atp World Tour rende omaggio a Bjorn Borg, lo svedese volante.
E poco importa che Nole Djokovic vincendo al Roland Garros abbia battuto il suo record di undici titoli Slam. Borg ha compiuto ieri 60 anni. Non solo è il tennista svedese più forte della storia, ma è uno dei campionissimi che hanno cambiato questo sport. Atleta come pochi, uno dei primi ad avere un coach (Lennart Bergelin), grande regolarista e maestro nel gioco da fondocampo, è considerato uno dei ‘maestrì del tennis contemporaneo. È stato precoce in tutto: nel 1974 a 18 anni è stato il più giovane a vincere gli Internazionali di Francia, anche se poi quel record fu battuto dal connazionale Mats Wilander e dall’americano Michael Chang.
Fu il primo dei suoi Slam, dopo la vittoria di Roma. Adriano Panatta, 40 anni dopo il suo trionfo al Roland Garros, ha avuto l’onore di premiare Djokovic. Sui campi parigini l’ex n.1 italiano è stato l’unico a riuscire a battere Borg due volte. Una grande rivalità la loro. Ma ancor di più è stata quella con John McEnroe. Con l’americano diede vita a vere e proprie battaglie.
La finale di Wimbledon del 1980 è giudicata da molti una delle più belle della storia di questo sport. Memorabile il tiebreak sul 2-1 per lo svedese: McEnroe si impose per 18-16, ma poi nel quinto set Borg riuscì a prevalere 8-6 vincendo il suo quinto Wimbledon consecutivo. Il Roland Garros incoronò Borg sei volte (1974, 1975 e dal 1978 al 1981), l’erba di Wimbledon cinque di fila (dal 1976 al 1980). Giocò quattro finali agli Us Open e un’altra volta a Wimbledon, perdendo da John McEnroe nel 1981.
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— ATP World Tour (@ATPWorldTour) 6 giugno 2016