Mercoledì 24 Aprile 2024

L’insulto a corrente alternata

Le lingue si mescolano, le parole si contaminano. Cinque mesi fa, dopo la visita del presidente della Repubblica, furono definite scritte offensive, insulti «in puro stile mafioso» le frasi sui muri di Locri @VittorioSgarbi

Le lingue si mescolano, le parole si contaminano. Cinque mesi fa, dopo la visita del presidente della Repubblica, furono definite scritte offensive, insulti «in puro stile mafioso» le frasi sui muri di Locri: «più lavoro meno sbirri», «don Ciotti sbirro», «siete tutti sbirri». Mobilitazioni, solidarietà a don Ciotti da Mattarella, Gentiloni, Grasso, Rosy Bindi, il ministro della giustizia. E, naturalmente, Saviano. Tutti questi tacciono oggi che, non a un prete, ma al ministro degli interni, Gino Strada rivolge lo stesso epiteto: «Minniti sbirro». La stessa parola cambia significato, e quello che era espressione di mafia diventa un termine su cui sottilizzare. I rappresentanti dei poliziotti rovesciano la loro ira su Strada: «Rammentino che gli sbirri tutelano tutti i cittadini, soprattutto i più deboli». Riabilitiamo «don Ciotti sbirro?»

@VittorioSgarbi