Mercoledì 24 Aprile 2024

Messi resta lontano da Maradona. Leo il grande sconfitto dell'Argentina

La Pulce sta male e delude nella notte più importante per la sua carriera. Si chiude così un anno terribile iniziato con le accuse di frode fiscale, le polemiche per il rinnovo di contratto e le delusioni in Liga e Champions

Leo Messi (Afp)

Leo Messi (Afp)

Firenze, 14 luglio 2014 - C’è un'ombra che cresce alle spalle di Leo Messi. Un’ombra che viene da lontano, e riesce nonostante tutto ad oscurare uno dei più forti giocatori del mondo e della storia. E’ l’ombra di Diego Armando Maradona. Nel giorno più brutto della vita calcistica di Messi, la Pulce si allontana ancor di più dal mito del Pibe de Oro, eterno rivale a distanza per conquistare il primo posto nel cuore del popolo argentino. Maradona un Mondiale lo ha vinto, Messi no e forse non ci riuscirà più.

I fantasmi hanno stregato il fenomeno del Barcellona ancora una volta, nell’anno peggiore della sua carriera, e anche più difficile da un punto di vista umano. Prima le accuse di frode fiscale e il processo ai danni del padre. Poi le polemiche relative al rinnovo del contratto col Barcellona, e le voci di un possibile addio al club blaugrana. A seguire, i problemi fisici che lo hanno fermato, per la prima volta in maniera ripetuta, nel corso di tutta la stagione, con i continui conati di vomito che ormai da mesi caratterizzato le sue partite (ieri l’ultimo). Infine, la Liga sfumata all’ultima giornata con l’Atletico Madrid e la Champions persa ai quarti di finale.

Al Maracanà di Rio, nel tempio del calcio, in casa degli eterni nemici del Brasile, Messi avrebbe potuto cancellare tutto in un solo istante. Avrebbe potuto riaccendere la luce, e invece è rimasto nel buio dei suoi tormenti. Già in semifinale con l’Olanda aveva giocato una partita decisamente modesta, e anche ieri si è visto pochissimo. Il premio di miglior giocatore del torneo che gli hanno consegnato a fine partita suona quasi come una consolazione, un “contentino” di cui certo Messi, quattro volte vincitore del Pallone d’Oro, non ha bisogno. Oltre al danno, la beffa. «E’ un dolore che durerà tutta la vita» le parole Javier Mascherano, compagno di Messi nell’Argentina e al Barcellona.

E il volto di Leo dice tutto, le lacrime cominciano a scorrere a fiumi. Lui, quasi un Dio del calcio, tornato umano e lasciato solo in mezzo al campo con il suo dolore. E’ il destino di chi è abituato a risolvere tutto da solo: ci si aspetta sempre tanto, forse troppo, e invece magari dietro a quei piedi fatati e a quello sguardo che sembra non cambiare mai, per la prima volta abbiamo scoperto una persona fragile. Quello stesso ragazzino introverso che quando ha iniziato a giocare a calcio scappava dal pallone e si nascondeva nello spogliatoio. Quel ragazzino che aveva il sogno di alzare la Coppa del Mondo, ma ha dovuto fare i conti il passato di una Nazione e il confronto con Maradona.