Mercoledì 24 Aprile 2024

G7 Ambiente, la posizione dell'Italia

Il G7 di Bologna rinnoverà la volontà dell'Italia di Svolgere un ruolo chiave sul fronte ambientale.

La bandiera italiana (foto Ansa)

La bandiera italiana (foto Ansa)

L’AMBIENTE non come vincolo ma come opportunità. È questa la posizione chiave dell’Italia al G7 Ambiente. Un posizione consolidata nella vecchia Europa ma che è al limite del rivoluzionario in una stagione che vede l’America di Trump picconare molti dei capisaldi del mutilateralismo ambientale. Va detto che vedere lo sviluppo sostenibile come una occasione anche economica dovrebbe attrarre una qualche attenzione anche dall’America di Trump, che su non pochi temi ambientali (dal clima all’inquinamento delle acque, ai limiti di emissione per auto e centrali elettriche) va apertamente e orgogliosamente controcorrente rispetto all’amministrazione Obama, ma che ha un occhio di riguardo per l’industria e per la competitività e ha tra le sue priorità quello di riportare in America posti di lavoro. Cosa che i green jobs, come ha mostrato un recente studio dell’Ocse, hanno saputo fare bene in tutto il mondo sviluppato. In tempi difficili per le intese ambientali, il G7 di Bologna servirà per piazzare qualche altro paletto, non solo sul fronte delle solenni dichiarazioni, e ha l’ambizione di candidare Bologna, già tra i campioni del supercalcolo e con una forte tradizione accademica e industriale, come uno degli hub per lo sviluppo sostenibile. «Il G7 – osserva Francesco La Camera, direttore generale per lo Sviluppo Sostenibile, l’Energia e il Clima del Ministero dell’Ambiente – prende impegni politici. E uno degli impegni chiave saranno quelli per attuare l’agenda 2030, che è un documento approvato a New York nel settembre del 2015 e che individua diciassette “obiettivi globali” di sviluppo sostenibile. Parleremo naturalmente dell’attuazione dell’accordo di Parigi, tema su quale la posizione americana pone però dei problemi oggettivi come si è visto nel comunicato finale di taormina: su questo faremo il possibile». «ALTRI TEMI rilevanti nel G7 ambiente – prosegue La Camera – saranno quello dei sussidi perversi per l’ambiente, per il quale si chiede da tempo una eliminazione progressiva e poi quello della finanza verde, cioè la capacità di attrarre investimenti privati per lo sviluppo sostenibile e nella lotta al cambiamento climatico. Si parlerà anche del ruolo del sistema delle banche multilaterali, alle quali probabilmente verrà riconosciuto il lavori svolto ma alle quali verrà fare di più per consentire la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile». «C’è poi – sottolinea il direttore generale – il problema del marine litter, l’inquinamento marino, in particolare da plastiche, e c’è un capitolo che riguarda l’Africa. L’Italia vorrebbe un impegno speciale per l’Africa, una sorta di Piano Marshall, attraverso anche la creazione a Roma di un centro di informazioni per i paesi G7 che operano in Africa, per canalizzare le risorse in maniera più efficace. E infine, come allegato alla dichiarazione finale, ci sarà la road map di Bologna per l’uso efficiente delle risorse». Il ministero dell’Ambiente italiano è convinto di aver fatto i compiti a casa, nei limiti del possibile. «Abbiamo confermato – osserva La Camera – gli incentivi per l’efficentamento energetico degli edifici. Continuiamo a sostenere le rinnovabili. Abbiamo inserito nel codice i reati ambientali. Abbiamo introdotto nel provvedimento Industria 4.0 la possibilità del superammortamento per i macchinari che servono all’economia circolare. L’Italia sta poi approvando la legge azionale sullo sviluppo sostenibile, che è una traduzione degli impegni dell’agenda 2030. Abbiamo poi approvato il catalogo nazionale dei sussidi, il che ci permette di avere la conoscenza della situazione per poi lavorare selettivamente per eliminare i sussidi perversi, e il rapporto sul capitale naturale. E naturalmente stiamo collaborando con il Mise alla nuova strategia energetica nazionale», un elemento questo lungamente atteso e chiave per tradurre in fatti gli impegni volontari di riduzione delle emissioni che danneggiano il clima presentati a Parigi, e possibilmente per andare oltre e avere un paese più efficiente e più moderno.