Venerdì 26 Aprile 2024

La serie tv 'Gomorra' costretta a pagare il pizzo per le riprese a casa del boss

La casa di produzione Cattleya, oltre alla somma pattuita per le riprese nel Parco Penniniello ('casa Savastano' nella fiction), avrebbe dovuto pagare una somma aggiuntiva ai familiari di Francesco Gallo, uno dei capi del clan 'Gallo-Cavalieri'

Finale della serie 'Gomorra' (ansa)

Finale della serie 'Gomorra' (ansa)

Napoli, 17 luglio 2014 - Per effettuare le riprese della fiction televisiva 'Gomorra la serie', oltre ai canoni pattuiti la casa di produzione Cattleya sarebbe stata costretta a pagare una "rata" aggiuntiva alla famiglia di Francesco Gallo, uno dei capi storici del clan 'Gallo-Cavalieri', finito in carcere a seguito dell'operazione "Mano nera" e proprietario dell'immobile al rione Penniniello (in cui svolgevano alcune scene della fiction).

I carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata (Napoli) hanno eseguito oggi l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Napoli in parziale accoglimento della richiesta della Dda di Napoli, nei confronti dello stesso Francesco Gallo (attualmente detenuto a Benevento) e dei genitori, Raffaele Gallo e Annunziata De Simone, tutti accusati di estorsione aggravata dal metodo di intimidazione camorristico. 

Nel Parco Penniniello sono state girate le scene di "casa Savastano". Per queste riprese la somma concordata con Gallo era di 30 mila euro in cinque rate da 6 mila euro ciascuna. Dopo il versamento della prima rata nel marzo 2013, Francesco Gallo era stato arrestato il 4 aprile, con il contestuale sequestro preventivo dell'abitazione di via Plinio 131, dove stavano per iniziare le riprese della serie televisive.  Nel corso delle indagini, anche grazie a intercettazioni ambientali e telefoniche, i carabinieri hanno potuto appurare che, oltre al pagamento del canone versato all'amministratore giudiziario nominato dal giudice dopo il sequestro, la casa di produzione avrebbe versato una somma aggiuntiva ai congiunti di Gallo. "Gli addetti alla produzione - scrive il procuratore aggiunto della Repubblica, Filippo Beatrice - evitavano poi di versare le somme restanti ai Gallo solo a seguito di trattative che intraprendevano direttamente con costoro, senza che venisse informata l'autorita' giudiziaria".