Mercoledì 24 Aprile 2024

Scuola, chiamata diretta per i prof. Accordo Miur-sindacati

Addio anzianità: passa il principio della competenza

Il ministro Stefania Giannini in una scuola di Roma (Dire)

Il ministro Stefania Giannini in una scuola di Roma (Dire)

Roma, 9 luglio 2016 - I PROF entreranno in classe non più per anzianità ma per le loro competenze. O, meglio, sarà un incontro tra domanda e offerta: gli insegnanti potranno esprimere la loro preferenza per una scuola, le scuole potranno scegliere il docente più in linea con la propria offerta formativa sulla base di quattro criteri sui venti-trenta che il Miur definirà nei prossimi giorni. È questo il risultato di un accordo sottoscritto tra ministero dell’Istruzione e sindacati sulla scia della riforma della Buona scuola. Secondo i tecnici del Miur si tratta di «una rivoluzione» che cambierà davvero la scuola italiana: «Non recluteremo sempre l’insegnante migliore per ogni istituto, ma sicuramente quello più adatto», spiegano. Alla chiamata della scuola, che pubblicherà sul proprio sito internet le quattro competenze richieste per ogni cattedra, dovrà esserci la risposta del singolo docente che, dal 18 luglio, potrà compilare il suo curriculum su un modulo messo a disposizione dal Miur (online) e dovrà cercare (sul sito della scuola specifica e probabilmente anche sul sito dell’ufficio scolastico della regione in cui lavorerà) l’istituto che ha bisogno delle sue competenze.

Il sottosegretario Davide Faraone, che ha condotto gli incontri con le parti, parla di una «svolta epocale», resa possibile dallo «spirito costruttivo dei sindacali».

«PER LA prima volta – spiega Faraone – non ci saranno assegnazioni in base a meccanismi burocratici, ma le scuole potranno scegliere gli insegnanti di cui hanno bisogno in base al loro profilo professionale, a quello che ogni docente ha costruito in anni di studio e lavoro. In questo modo si eviterà una deregulation selvaggia». «L’accordo è nato dalla prosecuzione della trattativa sulla mobilità: non mi interessa la propaganda, la Buona scuola c’entra nel senso che la riforma ha spostato i docenti negli ambiti e questa intesa li sposta dagli ambiti alle scuole», spiega Pino Turi, segretario della Uil scuola. «Non c’è più la chiamata diretta dove era il dirigente che si sceglieva le persone – precisa – ora c’è un incontro tra domanda e offerta. La scelta principale non è più del dirigente ma dell’insegnante che può decidere la scuola dove vorrebbe andare. Non c’è più un’assegnazione a caso, burocratica. Tra martedì e mercoledì firmeremo il contratto».

COSA accadrà, dunque, adesso? Il 18 luglio l’operazione partirà con la pubblicazione dei moduli per il curriculum ed entro il 31 agosto una quota di docenti che si calcola tra gli 80 e i 100mila sarà scelta con questo metodo. Saranno i dirigenti scolastici a gestire in pieno agosto la rivoluzione: se il docente scelto preferirà un altro istituto, il preside procederà con il secondo individuato. Ad assegnare una cattedra a chi, alla fine di tutto, sarà rimasto senza sarà l’Ufficio scolastico regionale.