Mercoledì 24 Aprile 2024

Scienza, la scoperta più importante del 2015? Il 'taglio' del Dna

Il professor Franco Cervelli fa un bilancio delle scoperte scientifiche dell'anno passato e anticipa un nuovo esperimento negli Stati Uniti: "Ecco come indagheremo il 96% dell'Universo che non conosciamo"

Il professor Franco Cervelli

Il professor Franco Cervelli

PISA, 1 gennaio 2016 -  ­ "Di scoperte ce ne sono di tanti tipi. Alcune sono attese, altre prevedibili, altre ancora assolutamente inaspettate. Sono queste ultime quelle che generano rivoluzioni scientifiche. E non solo scientifiche." Chi parla è il professor Franco Cervelli che nel 1996, nei laboratori Fermilab, a Chicago, fu tra gli scopritori del Top Quark, l'ultimo dei 'mattoncini' con cui è 'costruito' il nostro universo. Dirigente di ricerca dell' Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare), ha partecipato a molte altre 'avventure' scientifiche ed è in procinto di dare il via ad un nuovo esperimento negli Stati Uniti. Sarà lui, che insegna anche 'Macchine acceleratrici' all'Università di Pisa, a guidarci nell' esplorazione delle scoperte avvenute nel 2015 e, nello stesso tempo, a raccontarci quello straordinario viaggio dell'uomo nella natura e nell'universo; il suo viaggio e quello della scienza.

­Professore, quanto tempo c'è voluto per scoprire il Top Quark e quale è stata l'emozione che più ricorda: orgoglio, soddisfazione, paura? "Abbiamo impiegato più di 15 anni per raggiungere l'obiettivo; 15 anni di cui ricordo sicuramente la fatica e anche la paura di non farcela, di aver scelto il percorso sbagliato. Poi, ovviamente, c'è stata la gioia della scoperta che, nel nostro caso è stata collettiva visto che lavoravamo in gruppo. Ma quella dura un giorno perché si comincia subito a pensare a come andare avanti. Non è possibile addormentarsi sugli allori".

­Ci dia una definizione di scienza e di scienziato. "La scienza è quell'impulso per cui Adamo mangia la mela nell'Eden. Evidentemente la voglia di sapere è qualcosa di innato, quasi una condanna per l'uomo, che non ce la fa a non sapere. Lo scienziato è colui che ha il coraggio di staccare la mela".

La scienza pone questioni o dà risposte? "Se guardo il cielo e penso che l'uomo sa spiegare solo il 4 per cento di ciò che osserviamo, credo che le domande siano in larga maggioranza rispetto alle risposte".

­Come reagisce quando si sente sconfitto in una ricerca? "La cosa importante è capire che si è sconfitti perché questo lascia già intravedere i germi del passo successivo. Se non capisci quando sbagli non sarai mai un ricercatore". ­

La scienza è potere? "Storicamente sì. E anche oggi c'è molta scienza che dà potere. Ma quando si trasforma in potere perde completamente la sua forza dinamica. Significa restare con il torsolo in mano dopo aver mangiato tutta la polpa della mela. Se scopro l'America e la sfrutto, significa che rinuncio alle nuove frontiere". ­

Scienziati si nasce? "Forse si nasce curiosi o forse si è educati ad essere curiosi. Sono due le caratteristiche principali per fare ricerca: curiosità e meraviglia" ­

Lei è scienziato per scelta? "Per caso. Mentre frequentavo il corso di fisica a Pisa pensavo che mi sarebbe piaciuto fare il giornalista. Ma al termine dell'ultimo esame il docente mi chiese se volevo fare una tesi al Cern di Ginevra e mi disse che dovevo dargli una risposta entro la giornata. Feci una passeggiata sui lungarni della città e poi gli detti quella risposta per la quale ho fatto questo mestiere. E non ho rimpianti. Oggi mi comporterei nello stesso modo".

­Tra le scoperte del 2015 che lei ci ha fatto conoscere, qual è la più importante per il nostro futuro? "Le montagne sono fatte di granelli di sabbia. Non dimentichiamoci mai che ogni vero passo in avanti, anche se piccolo, è importante. Quindi tutte le scoperte sono importanti. Detto questo non c'è dubbio che la cosiddetta metodologia Crispr per tagliare il Dna e disattivare e sostituire i geni è estremamente affascinante e promette sviluppi rivoluzionari". ­

Lei partecipa all'esperimento Ams02, che è installato sulla Stazione spaziale internazional e che è controllato dal Cern. L'esperimento cerca la materia oscura, uno dei grandi crucci dei fisici visto che si sa che esiste, ma non si riesce a capire che cosa sia. Siamo lontani o vicini dal risolvere questo enigma? "Diversamente da altri miei colleghi non credo che questa scoperta sia dietro l'angolo". ­

Deluso? "Assolutamente no. E' stato bello e interessante imparare a fare esperimenti nello spazio perché questo richiede conoscenze diverse sul piano tecnologico. E' una sfida formidabile, affascinante. Sul piano della fisica, vedremo. Ancora non ci sono risultati definitivi".

­Il suo prossimo esperimento sarà di nuovo a Fermilab, negli Stati Uniti. Cosa cercherete e perché? "Cerchiamo un fenomeno per il quale un elettrone si trasforma in muone. Che sarebbe come se un uomo potesse trasformarsi in uno scimpanzé, due esseri diversi, ma non poi così distanti. Noi pensiamo che in fisica questo possa accadere e se riusciamo a dimostrarlo sarà una conferma dell'esistenza di un'area della fisica completamente nuova, una porticina per entrare dentro quel 96 per cento dell'Universo che ancora non conosciamo. Adesso stiamo preparando l'apparato sperimentale che utilizzerà l'acceleratore di protoni di Fermilab. L'esperimento vero e proprio comincia nel 2020".

­Cosa c'è dopo le Colonne d'Ercole? "Un oceano immenso, ma se sapessi cosa c'è, varcarle sarebbe solo noioso. La bellezza sta nel non saperlo e nell'avere il coraggio e la forza di superarle. Non dimentichiamoci mai che le scoperte più belle e rivoluzionarie sono proprio quelle inaspettate".