Mercoledì 24 Aprile 2024

Senato, Renzi cambia strategia. "O passa la riforma o si va al voto"

Avviso alla minoranza Pd. Campagna d'autunno in cento teatri. Gli slogan: "No alla casta dei super stipendi" e "Meno senatori, più decisioni"

Matteo Renzi (Ansa)

Matteo Renzi (Ansa)

dall'inviato

Rimini, 26 agosto 2015  - IL PREMIER ha deciso: vuole una nuova, esplicita, «legittimazione popolare», quella che, come ha onestamente riconosciuto al Meeting, «neppure io ho». Ecco il perché di una vera e propria campagna d’autunno che passerà per un tour del Pd in cento teatri (e, dunque, città): fronteggiare l’autunno caldo, sostenere le riforme e, se si mette male, preparare le elezioni. Già, ma ‘quali’ elezioni intende preparare e affrontare Renzi per legittimarsi? Tre le scadenze possibili: uno, le elezioni amministrative che si terranno nelle principali città italiane (Milano, Torino, Bologna) a primavera 2016. Elezioni che sono il vero cruccio di Renzi e che il premier teme di perdere, anche se si è già messo alla caccia del (suo) miglior candidato in ogni città.  Due, il referendum istituzionale sulla riforma del Senato e del Titolo V, ma tra rimpalli vari tra Camera e Senato, non si terrà prima dell’autunno 2016. Renzi è sicuro di vincerlo, impostando la campagna sugli slogan «meno senatori, più decisioni» e «no alla Casta dei super-stipendi», ma è ben di là da venire. Tre, le elezioni politiche anticipate. Si farebbero con l’Italicum, per la Camera, se passerà il ddl Boschi, o con l’aggiunta del Consultellum (proporzionale) per il Senato, se la minoranza bloccherà tutto o se non si troverà la quadra che il premier continuerà a cercare con Forza Italia.  Renzi, al Meeting, ha definito l’Italicum «una rivoluzione che impedirà i continui assalti della tua minoranza o delle opposizioni (come è ora, ndr.): voti un candidato e uno schieramento e chi vince governa, non come il Senato attuale, dove voti tante volte per vincere, come al Telegattone...». Un’arma, le Politiche, da ‘fine di mondo’, certo, ma – dicono i renziani - «se la minoranza si mette di traverso e ci impedisce di riformare il Senato, Matteo, che pure non vuole andare a votare, scioglierà i suoi ultimi dubbi». Anche per questo, il premier ha deciso che non accetterà più ‘mediazioni’, con la minoranza dem, non solo sulla riforma del Senato, ma anche sui territori, a partire dalle regioni rosse.    «CON I MILITANTI e i dirigenti del Pd ci vado a parlare io, festa per festa, sezione per sezione. Voglio riportare il Pd al 40% – ha spiegato il premier ai suoi – e ci riuscirò, anche curando di più e meglio l’organizzazione del partito, colpevolmente e a lungo trascurata». Non a caso il premier, oltre che al Meeting per parlare al popolo di Cl, ha scelto come seconda tappa Pesaro, cuore delle Marche, accolto dal ‘suo’ Matteo Ricci, e come terza l’Aquila, simbolo dell’eterna ricostruzione al Sud. Non a caso, la campagna d’inverno di Renzi, già iniziata con un’incursione a Villalunga (RE) il 13 agosto, partirà con un tour nelle feste dell’Unità, a partire dalle regioni rosse, come anticipato dal governatore emiliano Stefano Bonaccini. Ieri era a Rimini accanto al premier, il governatore dell’Emilia-Romagna: presto verrà chiamato a Roma per ricoprire il delicato incarico di responsabile Enti locali dem. Perché la minoranza del Pd, come la ‘ripartenza’ del partito, va affrontata ad armi pari e con chi la conosce bene.