Giovedì 25 Aprile 2024

Referendum 4 dicembre, come votano gli chef

Bottura e Cracco schierati per il Sì. Ma Vissani e Colonna: per un cuoco meglio tacere

Lo chef Carlo Cracco, schierato per il Sì (Ansa)

Lo chef Carlo Cracco, schierato per il Sì (Ansa)

Roma, 28 novembre 2016 - «Se vince il No mi viene voglia di mollare tutto e andare all’estero». La battuta di Massimo Bottura non è certo passata inosservata. L’hanno rilanciata giornali e agenzie internazionali. Anche Carlo Cracco si è schierato per il , rompendo un silenzio che tanti suoi celebri colleghi mantengono rigorosamente. Bruno Barbieri, in questi giorni stanziale a Bologna per accudire amorevolmente il suo neonato Fourghetti, ci ride sopra: «Se Bottura ha detto quelle cose, allora tutti noi cuochi dovremmo votare No, per liberarci di un bravissimo concorrente. Ma, a parte gli scherzi, credo avesse ragione mio padre quando mi diceva che la politica è una cosa intima, va vissuta con serietà e riservatezza. Resto convinto che il voto debba essere segreto». È una tesi ampiamente condivisa anche dai colleghi più estroversi come Gianfranco Vissani, incendiario polemista da sempre. «No, guardi, è un argomento molto importante, soprattutto in questo momento, ma non credo proprio che un cuoco faccia bene a parlarne pubblicamente». Arrivederci e grazie.

Stesso registro per Mauro Uliassi, sempre più elogiato dalle grandi guide per la cucina del suo bel locale a Senigallia. Al telefono è cordiale e squillante, ma quando sente la parola referendum ammutolisce come le sogliole che lo hanno reso celebre. Sentiamo anche Antonello Colonna, sanguigno protagonista del programma tv Hotel da incubo e proprietario dell’unico ristorante stellato italiano interno a un museo (l’Open Colonna, nel Palazzo delle esposizioni di Roma). «Secondo lei uno come me, che lavora nel cuore della politica, le viene a raccontare come vota?». Diplomatico perfino lui. Proviamo pure con Heinz Beck, ormai più italiano che tedesco, magnifico antesignano dell’alta cucina salutista. Il suo telefono, al Cavalieri Hilton di Roma, dà occupato. Però fu proprio Beck a spiegare, in un’intervista al nostro giornale, che ha smesso da anni di andare a votare. «Perché sinceramente credo che non si possa cambiare nulla». Pensandoci bene, è inutile richiamarlo.