Mercoledì 24 Aprile 2024

Rai e contratto Fazio, Maggioni: "Non so se avremmo retto al suo addio"

Scintille in commissione di Vigilanza. Il consigliere Diaconale: "Costretti a firmare o il conduttore sarebbe passato alla concorrenza"

Fabio Fazio durante la trasmissione televisiva 'Che tempo che fa' (Ansa)

Fabio Fazio durante la trasmissione televisiva 'Che tempo che fa' (Ansa)

Roma, 27 giugno 2017 - Scintille in commissione di Vigilanza Rai durante l'intervento del consigliere Arturo Diaconale. "Abbiamo agito su sollecitazione costante e perenne. Se non avessimo approvato quel contratto, sarebbe saltato tutto e Fazio avrebbe firmato con un concorrente. Ci è stato detto così", ha detto, scatenando le proteste di Renato Brunetta (FI) e Alberto Airola (M5S) che hanno sottolineato la gravità dell'affermazione. 

"Non siamo stati costretti con una pistola puntata alla fronte, ma dal codice civile - ha precisato Diaconale -. Se non lo avessimo firmato avremmo potuto rispendere per un danno all'azienda, dall'averla messa fuori dal mercato. Se si vuole che la Rai stia sul mercato è un conto, se no, si toglie per esempio la pubblicità e la Rai vive solo di canone". 

Sulla richiesta avanzata da Carlo Freccero di rivedere il contratto al conduttore, Diaconale ha detto: "non so se si possa fare. Io dico che siccome la Rai ha l'obbligo di rispettare il pluralismo dell'informazione, se Fazio no lo fa chiederò che il suo contratto venga disdettato. Se ci sarà faziosità io lo farò". 

MAGGIONI - "Fabio Fazio fa parte della storia della Rai. Vedere transitare quel marchio, quel volto, quel format su un'altra emittente avrebbe comportato uno scossone al quale non so se la Rai avrebbe retto in termini di sistema", ha detto dal canto suo la presidente Monica Maggioni in Vigilanza. "Questo cda non avrebbe potuto prendersi l'onere di decidere che Fazio passava alla concorrenza - ha aggiunto -. Io il contratto con la concorrente non l'ho visto, ma quale concorrente te lo farebbe vedere? Non ho dubbi sul fatto che esistesse e sono certa che chi lo ha negoziato negherà la sua esistenza".

"Uno scossone significativo in termini di ascolti si poteva tradurre in problemi seri e sistemici per l'azienda e non ce lo siamo sentiti di affrontarlo", ha detto ancora Maggioni rivendicando la decisione assunta dal Cda di approvare con una delibera la deroga al tetto ai compensi degli artisti. "Non è la condizione migliore lavorare come piccioni con il mirino disegnato nella schiena - ha aggiunto - ma credo che tenere questa azienda centrale rispetto al sistema dei media sia una garanzia non solo per chi lavora dentro l'azienda ma anche per chi paga il canone".

"Il passaggio di Fazio da Rai3 a Rai1 è centrale in termini di valore di prodotto e vedremo quanto peserà questo passaggio. Il valore di un artista su Rai1 non è lo stesso di Rai3", ha proseguito la presidente Raiaugurandosi "che si possa investire su altri talenti, ma questo è un tema di prospettiva".

ANZALDI - "Le parole del consigliere Diaconale sono gravissime. Se i componenti del Cda Rai firmano il via libera ai contratti sotto costrizione, perché non in grado di valutare i profili del codice civile e quindi sotto presunto obbligo di responsabilità, significa che bisogna chiedersi se questo Cda possa ancora andare avanti", tuona però il deputato Pd Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. "Significa - ha detto all'Ansa - che occorre valutare se non sia il caso di azzerarlo".